DA TEHERAN A ESFAHAN

IL MONTE TOCHAL

Teheran è una città immensa che però sa farsi amare.
Guardando le insegne dei negozi per noi indecifrabili, (l?alfabeto
Farsi è molto simile a quello arabo anche se si pronuncia in modo
differente,) ci rendiamo conto dell?enorme sforzo che le persone fanno
nell?imparare il nostro alfabeto e la nostra numerazione.
La loro numerazione è uno spettacolo, in particolare ci piace il
cinque che è una specie di cuore rovesciato o un culetto a mandolino,
a seconda di chi lo guarda!
La città è sempre in frenetica attività, per strada puoi trovare
qualsiasi cosa e gli iraniani adorano approfittare di qualunque
momento a disposizione per stendere le loro bellissime coperte e
sdraiarsi all?ombra a mangiare o bere chai. Anche lungo le strade
statali è facilissimo incontrarli in ?siesta?.
Durante le feste poi si riversano per le strade e si appropriano del
più piccolo spazio pubblico per stare con gli amici e la famiglia. Nei
parchi e nelle aiuole mettono addirittura le tende!
Col tempo abbiamo imparato anche ad apprezzare la loro abilità di
guidatori e più che un traffico caotico riconosciamo dei veri talenti
della guida sportiva!
Oggi la città è in festa, così decidiamo di andare con Dirk sul monte
Tochal che domina Teheran con i suoi quasi 4000m.
La guida parla di una cabinovia che porta alla quota di 3900m!! Mica male!
Un taxi ci porta alle pendici del monte e per arrivare alla cabinovia
dobbiamo camminare per un bel po?.
Scopriamo che non siamo i soli ad aver avuto l?idea della gita in
montagna ma che anzi i teheranesi adorano il Tochal. C?è di tutto: chi
è attrezzato per la risalita a piedi con tanto di racchette e
piccozza, c?è chi vuole semplicemente rimirare la città dall?alto, chi
è con gli amici, chi con la ragazza.
Sulla cabinovia noi siamo come tre adolescenti in gita scolastica. Le
spariamo a tutto spiano e ridiamo come scemi. Insomma stiamo bene e
siamo spensierati.
Finalmente cominciamo a scorgere la città anche se non riusciamo ad
intravederne i confini, un po? perché impossibile, un po? perché molto
inquinata. Il PM10 a Teheran lo vendono al chilo!
Facciamo 3 stazioni prima di giungere ai 3900m.
Qui scendiamo e ci troviamo davanti la neve!! Corriamo e come bambini
ci prodighiamo in grandi scivoloni. Anche la sensazione del freddo era
tempo che non ci faceva compagnia.
Torniamo subito seri e cominciamo la nostra esplorazione.
La montagna è bellissima, imponente. Camminiamo lentamente in salita
col cuore che batte per trasportare il prezioso ossigeno (quassù
merce rara).
Intorno il Tochal comanda tutto con severità e noi ci abbandoniamo
alla sua potenza!
La città è sdraiata ai nostri piedi. In lontanaza svetta il Damavand
con i suoi 5671 m!
Quando è il momento di scendere decidiamo di farlo a piedi senza
prendere la cabinovia.
Facciamo molto bene perché il nostro fisico ne giova e il sentiero ci
dona scorci meravigliosi di Teheran attraverso canaloni e crinali.
A sera poi la luce è meravigliosa e ci fermiamo su un sommo a
contemplare il panorama. E? incredibile l?energia di questo posto.
Quando siamo quasi a valle incontriamo un signore di una certa età
carinissimo che si presenta con aria serena dicendo ?io sono un uomo
felice?.
Cammina e ascolta una musica che ci fa sentire. E? la colonna sonora
di Love Story.
Ci fermiamo a parlare con lui che pur nella sua serenità ci racconta
di come Teheran è cambiata. Non solo non c?è più lavoro e la città
soffoca nel traffico ma anche cibo e acqua hanno un altro sapore. Poi
ci racconta che molti dei suoi amici hanno preferito abbandonare il
paese .
Dirk dice che la colpa è della gestione del governo e che spesso i
governi non lavorano nella stessa direzione del bisogno delle persone.
Ma il nostro uomo aggiunge che il problema dei loro governanti è che
sono ?religiosi?.
E con la serenità con cui l?abbiamo incontrato ci saluta tornando al
suo cammino.

IL FIORE ROSSO E IL DESERTO

Stamattina Dirk è pronto presto perché vuole giustamente riprendere il
viaggio.
Noi invece abbiamo un incontro per vedere di sistemare la questione
del trasporto delle moto in Pakistan.
Dobbiamo capire se è possibile spedirle via mare e soprattutto
verificare la possibilità di imbarcare anche noi.
Se fosse possibile dovremmo sentire la nostra ambasciata per la
commutazione del nostro visto pakistano?by air? in ?by ship?.
Cosa non facile e che richiederebbe tempo che non abbiamo.
A colazione siamo sottotono, si scherza ma nessuno ha voglia di ridere.
Poi accompagniamo Dirk alla moto che lui carica velocemente. Ecco è pronto!
La sera prima per salutarci siamo andati a mangiare in un ristorante
dove Dirk si è impossessato del pc ed ha sfoggiato dell?ottima musica
rock dal suo lettore MP3.
Scoperto questo passato comune di metallari lui mette in moto fa il
segno ?I LOVE YOU? con le mani e parte cantando ?BE SAVE LIKE A
MOTHERFUCKER FROM HELL?, che tradotto suona come ?STATE IN SALUTE COME
UN FOTTIMADRI DALL?INFERNO?!
Noi con la voce rotta rispondiamo urlando il suo nome ?DIRK!?.
Vai amico, dispiega le tue ali sulle strade del mondo, colorale con la
tua gioia, la tua fantasia.
Stai al meglio che puoi e presto ci rincontreremo, se non qui in
Tagikistan o chissà forse all?inferno!
Non sono riuscito a dirgliele queste cose (anche perché il mio
inglese?.) però i nostri abbracci sono stati più chiari.
Intanto noi ci muoviamo.
La partenza di Dirk è pesante, ma le cose in agenzia vanno peggio!
Scopriamo infatti che è possibile spedire le moto ma noi no e inoltre
,per un viaggio di 4 giorni,andrebbero imbarcate 2 settimane prima per
permettere alla nave di riempire la stiva! Disperazione. Alternative.
Treni non ce ne sono. Camion non se ne parla.
L?unica è la via aerea!
Per la via aerea bisogna imbarcarle 4 giorni prima?.. bisogna
costruire delle casse di legno per alloggiare le moto? c?è solo un
volo settimana?per non parlare dei costi.
Noi dobbiamo entrare in Cina per il 28 di giugno e ciò significa
partire l?11 giugno da qui. Togli 4 giorni per la spedizione. Addio
IRAN!!
Stiamo proprio male.
Però non c?è altro da fare. Indietro non vogliamo e non possiamo tornare.
Quando non stiamo bene l?unica cosa che può ridonarci lo spirito e il
sorriso è metterci in viaggio!
Decidiamo di saltare Kerman e Bam. Abbiamo 4 giorni e vogliamo vedere
Esfahan, Persepoli e Shiraz, e dobbiamo tornare a Teheran, ciò
significa che ogni km verso sud est dobbiamo contarlo doppio!!
Non c?è tempo da perdere è deciso.
DOMANI MATTINA si parte!!

C?è però un?altra cosa che a noi uomini riesce a donare il sorriso: il
fascino e la sensualità femminile.
E? per strada che incrocio il suo sguardo magnetico.
La guardo fisso come ipnotizzato. Due occhi neri profondi che
sorridono la vita da tutte le parti.
Poi mi chiede come mi chiamo. Ci metto 4 secondi a rispondere?non me
lo ricordo?.
La ragazza non vuole che si dica il suo nome, tanto meno si veda una
sua foto. Noi per convenzione la chiameremo fiore rosso.
Fiore rosso è una ragazza giovane intelligente, insegna l?inglese.
Ormai abbiamo capito che qui come in europa ci sono più laureate donne
che uomini e sono loro a far girare le cose.
E? molto curiosa e come ci è già capitato vuole confrontarsi con noi.
Rimaniamo piacevolmente sorpresi da tale intraprendenza.
Però subito si fa scappare una frase che suona come una pugnalata?sono
stanca di tutto?. Noi sappiamo a cosa si riferisce. Riprende subito la
sua spigliatezza e ci chiede dove vogliamo andare ma in realtà ha già
deciso, Ci porta al bazar,uno dei meno turistici che abbiamo visto, a
vedere una moschea.
E? bellissimo girare la città con lei.
E? una cosa così fuori dal comune che siamo quasi imbarazzati. Lei
invece ci fa attraversare la strada tenendoci per mano come bimbi, tra
la folla ci spinge con un dito sulla schiena. Impensabile che un tocco
così soave potesse avere tanta energia.
Se abbiamo sete ci compra l?acqua, apre la bottiglia e ce la porge.
Ci carica sui taxi sempre dietro, qui infatti sono collettivi e lascia
il posto libero per chi ne abbia bisogno.
Le piace pronunciare i nostri nomi e quasi come una mamma si prende
cura di noi.
Poi ci porta in un posto in montagna bellissimo.
C?è un sentiero che sale accanto ad un corso d?acqua e tra le piante
sorgono mille di questi posticini dove si beve chai e si fuma il
narghille, cosa che facciamo anche noi.
Lei non si toglie le scarpe e sta seduta all?angolo lontano rispetto
al nostro ma ridiamo,scherziamo e cantiamo. Sappiamo che qui in questo
posto un po? magico siamo parte della sua piccola grande rivoluzione!
Ancora una volta tra quelle montagne, il nostro fiore rosso, ci
insegna l?amore per la vita e per la libertà.
Quando ci salutiamo lei ferma la macchina di un privato cittadino che
per pochi soldi ci riporterà in albergo. Alle 22 abbiamo un
appuntamento col falegname che deve fare le casse per la spedizione e
dobbiamo andare da lui in moto.
Il tipo guida alla grande tra il traffico e nei punti dove può tirare
il motore ci spara a tutto volume musica tunz tra cui anche un pezzo
in italiano!
Dal falegname Diego riveste i panni milanesi del suo lavoro. So quanto
sia pesante per lui, ma io lo adoro!!
Butta giù uno schizzo di come debbano essere costruite le casse. Il
falegname lo apprezza a tal punto che gliene chiede un?altra copia da
distribuire agli aiutanti.
Prendiamo le misure delle moto ed è uno spasso perché nessuno parla
inglese ma diego è bravissimo e a gesti si fa capire. Alla fine tutti
soddisfatti.

IL DESERTO

Ci svegliamo presto, ci prepariamo e siamo già in viaggio.
Siamo molto carichi e non ci stanchiamo mai di guidare. Il paesaggio è
bellissimo e vario.
Al bivio tra Esfahan e Yazd il paesaggio cambia, diventa desertico.
Ma la cosa che colpisce maggiormente è che la terra si solleva e
compaiono queste dune rocciose che diventano sempre più grandi in
direzione dell?orizzonte, dando vita,complice la luce della sera,ad
una gamma vastissima di grigi.
A noi quelle dune rocciose sferzate dal vento, ricordano un mare in tempesta!
Il richiamo della steppa è fortissimo e non ci facciamo pregare.
Abbandoniamo la strada principale e percorriamo una pista che dirige
verso il nostro mare.
Giungiamo in un posto al riparo dal vento, protetti dalle ?onde?.
Qui regna il silenzio e il tramonto che ci regala uno spettacolo meraviglioso.
Prepariamo la tenda e questo posto e il pomeriggio con il fiore rosso
rendono ancora più forte la malinconia per l?assenza delle persone
care, per i nostri amori.
Così sotto questo cielo stellato, attorno alla nostra tenda, cresce
un bellissimo prato di fiori rossi!!

ESFAHAN

Entriamo in Esfahan la mattina seguente. Ci appare come una vera e
propria oasi molto verde e con fontane e corsi d?acqua. Cerchiamo la
piazza che tutti descrivono come un gioiello la Imam Komehini Square.
Ci perdiamo per le vie della città e ci fermiamo a consultare la
mappa. Qui conosciamo Amir che ci chiede in inglese da dove veniamo e
se abeam bisogno di aiuto. Ormai siamo abituati alla cortesia degli
iraniani.
Come gli diciamo che siamo italiani esordisce con ?Ciao anch?io posso
parlare in italiano!?
Ci dice che ha amici a Bolzano, Cinisello nella mitica via Alfieri,
che l?hanno scorso ha conosciuto due motociclisti di erba. Lui non è
mai stato in Italia ma ha studiato la nostra lingua sui libri ed ha
una parabola satellitare con cui prende molti dei nostri canali, ci
cita Jerry Scotti ed Enrico Papi!
Lui ha uno negozio proprio in piazza e ci fa strada con la sua bicicletta.
L?Imam Komehini square è veramente uno spettacolo.
Lui dice ai militari di guardia che siamo italiani e loro ci fanno
entrare. Calchiamo come centauri le strade della piazza, che emozione!!
Poi insieme ad un suo amico ci andiamo a comprare qualcosa da mangiare
e facciamo colazione sul retro del negozio che dà sul Bazar antico! La
gente passa e ci guarda divertita e finiamo sui filmini dei turisti
iraniani.
Poi Amir ci offre un chai che prendiamo mentre con molta discrezione
(che noi apprezziamo) ci fa vedere i suoi tappeti.
Non è insistente e parliamo volentieri con lui.
In modo assolutamente subliminale vi diciamo (perchè glielo abiamo
promesso) che si chiama
AMIR CHAPNEVIS e che ha un negozio ?NOMADIC ARTS? al 152 di IMAM
SQUARE a ESFAHAN.
Siamo capitati in una settimana piena di feste e anche qui è tutto
chiuso. Siamo rincuorati perchè il tempo stringe e Persepolis è
lontana, ma non ci facciamo sfuggire il giro di questa piazza
magnifica e della sua antica moschea.
Qui entriamo in punta di piedi perchè è ora di preghiera .
Un ragazzo giovane che è venuto a trovare la sorella che studia qui,
si propone di aiutarci e ci porta dentro la moschea.
Purtroppo non si può accedere alla cupola che è un vero capolavoro.
L?intera moschea è ricoperta da mosaici e quelli della cupola sono
particolarmente evocative.
Il nostro amico però parla coi militari e gli dice che siamo di una
televisione straniera, noi insistiamo un pò sempre con cortesia. Alla
fine il militare ci lascia passare e ci dà un minuto per goderci la
cupola. E? un vero spettacolo ed è emozionante essere lì da soli!!
Il nostro accompagnatore ci mette al centro della sala e ci fa battere
le mani per svelare un?acustica piena ed avvolgente.
Finito il nostro breve giro raccontiamo del nostro viaggio e di come
siamo affranti per il poco tempo rimasto per visitare il suo splendido
paese.
Gli raccontiamo che siamo costretti a re a Teheran per spedire le moto.
Ci colpisce molto vedere come lui in modo del tutto empatico sia
realmente partecipe del nostro stato d?animo. Lui abita vicino al
confine con il Pakistan e avrebbe avuto piacere che noi visitassimo
anche la sua terra ed esclude qualsiaisi tipo di problema per la
nostra incolumità.
Ci salutatiamo e ora il sole è alto e caldo e Shiraz si trova a 500 km
attraverso il paessaggio desertico delle steppe.
Prima di lasciare la città ci fermiamo a fare il pieno d?acqua. Qui
siamo avvolti dalla solita folla. Ci colpisce una famiglia e in
particolare la madre interessatissima al viaggio e a chi siamo e cosa
facciamo.
In men che non si dica siamo invitati a casa loro per pranzare perchè
vogliono farci mille domande e saperne di più di noi e della nostra
vita.
Purtroppo il tempo è tornato a fare il tiranno sulle nostre vite e sui
nostri percorsi e dobbiamo rifiutare.
Le poche ore trascorse a Esfahan sono state molto intense e ora abeam
davanti la magnificenza del deserto e la prospettiva di arrivare a
Persepoli!

ALBERTO E DIEGO

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che bravi,bella bellissima storia,si legge tutta di un fiato,superate ogni cosa ,e per ogni cosa trovate le soluzioni,mai si sente stanchezza ma gioia e interesse. abbracci forza ciao marisa

Anonimo ha detto...

Più vi allontanate dalla caoticità impazzita cittadina, più vi avvicinate a voi stessi....
lilli

Anonimo ha detto...

Sta iniziando "IL viaggio" quello verticale o meglio quello da fuori a dentro, il viaggio nel viaggio!!!
Vi auguro di trovarvi...
jose

Sami ha detto...

ehi io sn iraniana ma sono nata e vivo a catania. passo tutte le mie estati a tehran con i miei genitori e qst'anno sto organizzando un tour per andare nel deserto! hai assolutamente ragione, è un paese fantastico! peccato per il poco tempo. bel racconto