20.000 INGRESSI


Eh bravi... a tutti voi.
Agli utenti del blog e ai loro due padroni di casa.

Questo rimarrà nella storia della vostra vita.

GRANDISSIMI!!!

KYRGYSTAN PARTE SECONDA

Percorriamo i 90 km di strada asfaltata e meravigliosa per raggiungere
il bivio a cui ci aspettano 60km di sterrato in montagna per
raggiungere lo stupendo lago SON KOL a 3000m di altezza!
Qui ci arriviamo di pomeriggio perche' le chiacchere e il cambio
dell'olio si sono presi il loro tempo.
A Diego e' rimasto fuori un pezzo di O-ring del filtro dell'olio da
cui cola il prezioso lubrificante e sulle montagne vediamo un certo
grigio che porta notizie di pioggia e freddo!
Che fare?
Nessuno dei due e' intenzionato a tornare indietro, anche se il buon
senso lo suggerirebbe.
Temporeggiamo quel tanto che basta a far apparire un Kyrghiso a cui
affidiamo subito il ruolo di deus ex machina! Questa gente e' molto
simile agli indiani d'america, un po' perche' la loro terra e' simile,
un po' perche' il gene di Gengis Khan mischiato a quello slavo produce
una fisionomia simile. Senza contare che qui ci sono 3 capi di
bestiame ogni abitante, il mezzo di locomozione principale nelle
campagne e' il cavallo e loro amano tanto i cappelli a tesa larga alla
TEX!! E' ad un incrocio tra toro seduto e Gengis Khan che indichiamo
il nero sulle montagne con un dito e chiediamo "OK?". Lui non si volta
neanche a guardare e dice "niet problem!!" . Perfetto e' il segnale,
se lo dice il nostro eroe dobbiamo andare avanti!
Ci sono momenti che sai che certe cose devono essere fatte e questo e'
uno di quelli.
E' tardi, piovera' ma sentiamo che il lago ci attende!
Vestiamo gli antipioggia e via!
Ci sentiamo proprio bene, le moto vanno alla grande e noi ora siamo
fatti di sogno, con una testa, due braccia, due gambe, una sella e due
ruote!!
Lo sterrato di ghiaia diventa presto una strada di montagna di terra,
acqua, sassi in uno scenario stupendo!La pioggia non arriva. Intanto
la strada sale dolce, scavando il fianco della montagna. Il tempo
passa veloce e la terra color vermiglio e il sole che tramonta
colorano tutto di rosso e noi ci infiliamo in velocita' nell'orizzonte
infuocato.
Ma quando affrontiamo l'ultima rampa prima del passo sorge la luna!
Sulla piana ci fermiamo a contemplarla e..........!!!
Ci manca il fiato!
La luna da una parte e il sole che da dietro l'orizzonte manda ancora
luce come una grossa citta', si riflettono nel lago!!!
Il silenzio e questa luce irreale ci riempiono gli occhi e il cuore!
E' l'impero dei sensi, una calma interiore mai provata prima!
Ci guardiamo e ci stringiamo estasiati!
Riprendiamo a muoverci con le moto che ora volano e non ci serve
nemmeno la luce artificiale dei fari.
La strada raggiunge la riva del lago e sorgono i primi accampamenti di yurte.
Ci fermiamo in uno di questi e Mirkul, la donna che gestisce la
situazione, ce ne offre una delle loro per passare la notte.
Ovviamente accettiamo. Ma prima di farci dormire ci offre dell'ottimo
chai nero e pane fatto da loro con una cremina di burro deliziosa,
sembra quasi crema pasticcera!!!
Sull'erba vengono stesi dei tappeti e su questi delle coperte
imbottite che fungono da materasso.
Poi altre coperte imbottite ci ripareranno dal freddo!
Poco dopo abbiamo gia' scaldato questo fagottino in cui ci infiliamo
con la felpa e il cappello (c'e' molta umidita')!
La mattina dopo ci svegliamo col sole e ci godiamo lo spettacolo del
lago di giorno.
L'atmosfera e' meravigliosa. Le nostre moto parcheggiate fuori dalla
yurta, gli animali che pascolano, i bambini che giocano, il fumo che
sale lento e che porta il profumo della colazione.
La voce del vento ci racconta delle montagne e dell'altra sponda del lago.
Decidiamo di circumnavigare il Son Kol ma la strada si interrompe
presto. Quella che ci porta verso la capitale si trova a diversi
chilometri immersa nella steppa. Ci guardiamo e neanche a dirlo
percorriamo la steppa in direzione della strada. Qui incrociamo un
ragazzo Kyrgyso che con un baio femmina stupenda sta governando una
mandria. Ci raggiunge curioso. Lui accarezza le moto come noi
accarezziamo il cavallo. C'e' un puledro con loro. Gli chiedo se e' il
figlio della sua cavalla. Lui risponde di si.
Mi aveva chiesto da dove venivamo e gli avevo detto che eravamo
italiani, ma questo ragazzo non sa dove sia l'italia. Gli mostro la
mappa disegnata sulle nostre borse mentre accarezzo il cavallo. Lui
stacca una ciocca della sua criniera e me la dona!
Lo ringrazio. Non avra' piu' di tredici anni ma lo sguardo da uomo e
la dignita' di un padre. Mi saluta con un cenno e in breve svanice
nella steppa. Noi proseguiamo e dietro un avvallamento troviamo un
branco di cavalli allo stato brado! Con la moto corriamo con loro e la
sensazione di liberta' raddoppia!
Ritrovata la strada cominciamo la discesa verso la capitale.
Questa volta la pioggia ci vuole proprio accompagnare. Inizia piano e
poi cade sempre piu' forte proprio in prossimita' di uno dei luoghi
piu' assurdi che ci sia mai capitato di vedere nella nostra vita!
E' una sorta di cimitero degli elefanti solo che qui ci sono delle
ruspe meccaniche buttate qua e la' in una terra nera!!
Vorremmo fermarci e riprendere questo posto incredibile ma la pioggia
incalza e la strada si fa insidiosa!
Mentre ci allontaniamo dal cimitero vedo Diego davanti a me mettere la
moto di traverso!!
Quando arrivo davanti a lui c'e' un buco enorme!!
Grande pilota! Adrenalina a mille percorriamo velocemente la strada in
discesa. La pioggia se ne va e noi ci facciamo asciugare dal vento!
Intanto la valle intorno e' bellissima e la strada torna ad essere lo
sterrato di ghiaietto che tanto amiamo! In fondo alla valle la strada
e' bloccata da un fiume in piena. Cerchiamo un guado ma non lo
troviamo. Piu' avanti scorgiamo un ponte. Passato il ponte torneremo
sulla strada per Bishkek e avremo attraversato il paese da sud a nord,
tagliando per il centro!

alberto e diego