DA ESFAHAN A SHIRAZ

Lasciata a malincuore la città delle mille e una notte ci dirigiamo
verso Persepoli. Abbiamo nei piani di riuscire a raggiungerla in
giornata ma è una bella tirata.
La strada è meravigliosa, con la steppa che ci circonda a perdita
d?occhio. Ogni tanto viene ingoiata dalle montagne e ci lanciamo a
piena velocità nel ventre della terra.
Curva dopo curva le sorprese non finiscono mai, ma non potevamo
immaginare che sarebbe accaduto l?impossibile!!!
Proprio su una curva troviamo un gruppo di motociclisti iraniani che
si sbracciano come matti!!
Ovviamente ci fermiamo per salutarli e dal gruppo spunta Dirk!!!!!
Amico che gioia rivederti!!
I motociclisti iraniani sono tanti e tutti simpaticissimi. Quando ci
abbracciamo con Dirk si buttano sopra di noi come se ci conoscessimo
da sempre.
Diego aveva visto con la coda dell'occhio la unica e sola OLD LADY.
Per me è stata una sorpresa bellissima.
Lui ci racconta che si è fermato due giorni ad Esfahan(la città
merita) così siamo riusciti a ripescarlo.
Rimaniamo sorpresi di vedere Honda, Yahmaha,BMW, Kawasaki e Suzuki di
grossa cilindrata in un paese dove è vietato possedere moto di
cilindrata superiore ai 250cc!!!
Incuriositi chiediamo come possano avere quelle moto. La risposta è
ovvia: le hanno prese di contrabbando!! Infatti girano senza targa e
non hanno documenti di immatricolazione!
Vengono da Shiraz e noi li soprannominiamo subito "la gang di Shiraz".
Sono organizzatissimi. Hanno addirittura aperto un negozio che vende
pezzi di ricambio e tutto ciò che serve per la moto!
Questa si che è passione!
Ma con la polizia come la mettiamo?
Loro hanno una tessera come primo motoclub dell'IRAN. Mostrano quella
e discutono un pò.
Proprio ora che li abiamo incontrati stavano andando a Teheran per la
commemorazione dell'anniversario della morte dell'Imam Komehini ma un
poliziotto li ha fermati e ha sequestrato loro le moto per un giorno!
Stanno dunque tornando a casa e ci chiedono di aggregarci a loro! Non
riusciamo a descrivere la gioia incontenibile di quell'incontro!
Partiamo sparati con gli iraniani che fanno qualche penna per salutarci!
Loro sono più veloci ma abbiamo appuntamento a una 50 di km per il pranzo!
Per Dirk adesso siamo diventati la OLD LADY E GLI OLD BOYS!!
Va più che bene!
Arriviamo al ristorante ed è uno spettacolo parchggiare le nostre moto
insieme a tutte le altre, per non parlare dei caschi! Ci vogliono 2
tavoli per raccoglierli tutti uno sopra l'altro!
Si mangia e si chiacchera divisi per tavoli. Dopo pranzo alcuni si
sdraiano col chai in mano (ci sono sempre queste specie di divani dove
ci si può anche sdraiare senza scarpe, la troviamo una cosa
meravigliosa).
Che bella atmosfera, è piacevole parlare con loro. Ci hanno
addirittura offerto il pranzo!
Noi tre ci muoviamo prima perchè andiamo piano e di strada ne
abbiamo molta da fare. Certo non riusciremo ad arrivare a Persepolis.
Poco male.
Dormiremo per strada.
Facciamo scorta d'acqua e cibo e via a cercare un posto dove campeggiare.
Qui nella steppa il vento soffia forte, specie al tramonto e non è
difficile incontrare anche piccole trombe d'aria. Una passa prorpio
sopra la nostra testa e ne vediamo l'ombra sull'asfalto.
Usciti dal paese dove ci siamo fermati a fare spese ci inoltriamo su
uno sterrato per alcuni km.
Siamo lontani dal rumore e abiamo uno spettacolare tramonto che ci
illumina. Fatte le foto montiamo il campo.
Dirk ha la nostra stessa tenda. Praticamente siamo attrezzati nello
stesso modo.
Il cuoco è lui e prepara uno zuppone di tonno e fagioli. Abbiamo preso
il buon pane iraniano. Tutto è così gustoso per noi oggi!!
Calato il buio stiamo decidendo di andare a letto quando vediamo fari
di moto arrivare nella nostra direzione. Il fuoco e le luci che
abbiamo in testa devono averli incuriositi.
Si presentano 3 moto iraniane 125cc honda da cui scendono due
ragazzi, un adulto e un bambino che ha in mano un bastone. La scena è
comica perchè noi 3 siamo mezzi nudi con i pantaloni da ciclismo e gli
stivali da moto ai piedi!!!
Loro sono un pò sconcertati. Non parlano una parola di inglese ma con
il linguaggio universale dei gesti ce la caviamo alla grande.
Capiamo che sono contadini (in farsi coltivater, non c'è bisogno di
gesti) e che vivono nel'oasi di Chellhell Zareei a qualche km da dove
abbiamo messo le tende.
Il ragazzino viene mandato alla fattoria e torna con un secchio di
Zardalù, albicocche!!!
Loro sono curiosi e guardano le moto e ci chiedono quanto costano, da
dove veniamo.
Poi ci invitano a mettere le tende vicino alla loro fattoria perchè
qui ci sono cani randagi e un grosso gatto che non capiamo che animale
possa essere.
Gli spieghiamo che a noi piace dormire sotto le stelle, sentire gli
uccelli che cantano al mattino, uscire dalla tenda e trovere il
silenzio della steppa. Loro non capiscono ma si adeguano.
Dopo u pò arriva un'altro amico con la macchina. Guardano le moto estasiati.
Ci mettiamo tutti in cerchio a parlare alla sola luce di una torcia
ed è un'altra situazione fortissima.
L'incanto lo rompe Dirk che emette un peto fortissimo e dopo si gira
verso Alì, il bambino, indicandolo come il responsabile! Gli iraniani
ridono come matti mentre Alì cerca di discolparsi in tutti i modi.
Dirk è così alla fine riesce sempre a far divertire tutti.
Ora facciamo capire loro che per noi è arrivata l'ora della nanna, ma
loro se ne vanno solo dopo aver strappato la promessa che passeremo a
salutarli domani.
La mattina dopo è una processione di iraniani.
Il fratello grande di Rachman, uno dei ragzzi di ieri,con il padre.
Poi arrivano Rachman ed Alì.
Tolte le tende li seguiamo nell'oasi.
Qui si ricordano che quando ieri ci hanno chiesto la nostra
professione Diego ha detto loro che ero un dottore (anche perchè è
difficile spiegare cosa faccia un educatore).
Quindi mi chiedono di visitare il vecchio padre.
Io ho studiato medicina e frequentato ospedali per 10 anni anche se
non mi sono mai laureato.
Una visita non mi spaventa. Il vecchio si stupisce che io non abbia
dietro i miei strumenti. Gli spiego che tutto quello che mi serve sono
le mie orecchie, i miei occhi e le mie mani.
Dopo essermi lavato le mani e la faccia al ruscello ed essermi tolto
gli stivali entro umilmente nella loro umile casa e mi salta subito
all'occhio il poster di una Harley non so bene quale modello.
Visito il padre sotto gli occhi increduli delle donne.
Lui sta benone ed è forte ha solo difficoltà a scaricarsi ma la pancia
è morbida e non ha dolore.
Gli consiglio di mangiare meno riso e più verdura.
Mi si presenta ora quella che penso essere la suocera del fratello
grande di Rachman.
Le chiedo che problema ha e lei mi mostra il cuore. Ha infatti un
evidente soffio mitralico e una fibrillazione atriale.
Lei lo sapeva già e mi dicono che a Esfahan vorrebbero operarla ma lei
ha paura.
Le dico che solo lei potrà scegliere ma che io seguirei i consigli dei
medici dell'ospedale.
Lei ha paura, lo leggo nei suoi occhi e mentre lo faccio mi accorgo
che porta gli occhiali. Le guardo i piedi ed esclamo:"tu hai il
diabete!".
A questo punto si alza un coro "good doctor ,good doctor, diabet! "
Voglio ringraziare pubblicamente mio padre, grande diabetologo di
milano, per tutto quello che mi ha insegnato!
Le chiedo se prende medicine che qui chiamano DORU. Non ne ha.
Allora le dico di evitare di mangiare lo zucchero. Mi fanno vedere le
Zardalù (evidentemente ne è golosa) e l'olio. Albicocche 3 al giorno
al massimo e olio 2 cucchiaini da caffè.
Il riso va bene ma solo se bollito, scolato e poi sciacquato sotto
l'acqua per pulirlo dall'amido.
A quel punto tutta l'oasi si fa passare in rassegna.
Per fortuna stanno bene tranne la mamma che ha una artrosi che le
attanaglia soprattutto le spalle e le braccia. Spiego che è un
problema dell'età. La signora secondo me ha 60 anni, scrivo su un
foglio 50 per essere carino mi dicono che ne ha 47!!!
Dico al figlio che dovrebbe andare a Sareyn alle terme miracolose e
che deve stare più a riposo senza lavorare. Poi le regalo un olio per
massaggi contro i dolori che mi è statoi regalato a mia volta e so che
la persona che lo ha fatto mi legge ma so anche che capirà il mio gesto.
Io adoro questa gente. Guardo e tocco le loro mani e i loro volti
bruciati dal sole, dal vento e dalla fatica e ci leggo gli antichi
splendori dell'impero persiano. Per me sono questi gli eroi, che
prendono un pezzo di terra e sassi, ne cavano acqua e lo rendono il
pezzo di terra più verde e fertile che si possa immaginare. Sono
commosso dalla naturale fiducia con cui uomini e donne mettono i loro
corpi nelle mie mani. La cosa mi stordisce e mi sembra di non fare
niente per avere tutto questo.
Alla fine delle visite ormai sono good doctor e la suocera del
fratello grande di Rachman mi fa capire che andrà nuovamente a
Esfahan. Uscito dalla casa c'è chi mi fa vedere la sua pecora che
viene tosata ancora a mano, chi i suoi piccioni viaggiatori e ne fa
volare uno per me,una bambina mi porta il suo piccolo capretto e me ne
dice il nome. Io sono imbarazzato.
Poi Alì mi chiede cosa deve mangiare per diventare grande e forte. Gli
dico che deve bere il latte che munge dalle sue capre, mangiare la
carne delle sue pecore e la verdura che la mamma raccoglie nei campi e
di non dimenticarsi le dolci e succose zardalù che coltivano con
passione.
Insistono perchè ci si fermi a pranzo ma non possiamo proprio.
Lasciamo la splendida famiglia e mentre il mio sguardo scivola su quei
volti e quei muri di paglia e terra penso ad Alì che diventerà
sicuramente forte, saggio e coraggioso perchè è parte della profonda
generosità della terra e del suo popolo!
Arriviamo a Persepoli e troviamo il campeggio dove lasceremo il carico
delle moto.
Finalmente via i caschi e gli scafandri, ma con pantaloni e maglietta
e le moto leggere faccimo quel km che ci separa dalla maestosa
capitale dell'impero degli Achemenidi!
Inutile dire che siamo emozionati e quando attraversiamo le porte
della città è come tuffarsi nel passato.
Le mura rimaste, le colonne, i capitelli, le ceramiche, le statue, i
bassorilievi, le decorazioni ci raccontano una storia di 2500 anni fa.
Grazie a Diego riusciamo a immaginarci il palazzo al quale accediamo
attraverso la scala della Apadana. Attraversiamo la sala delle 60
colonne e poi quella delle 100. Colonne alte 10 m. Sono impressionanti
i buchi in cui ruotovano i cardini di queste porte maestose.
Vediamo anche i dignitari portare i tributi a Dario I il grande imperatore.
Diego legge ad alta voce le parole di Serse tradotte dalle iscrizioni
in cuneiforme e ci viene la pelle d'oca.
Ci dicono che ogni uomo,donna o bambino che abbia lavorato alla
realizzazione della città fu pagato con pecore, stoffe, cibo o quanto
richiesto e questo significa che non si può parlare di schiavitù in
questo caso.
Siamo affascinati dagli oggetti che vediamo nel museo i cui interni
sono del tutto originali!
Vediamo come da sempre gli uomini hanno contaminato le loro culture e
riconosciamo le influenze degli egizi, degli assiri degli elamiti e
delle culture più ad oriente.La concezione della città è persiana ma
sono state chiamate le migliori maestranze dell'epoca per le
realizzazione.
Poi siamo colti da vero sgomento perchè sentiamo l'urlo feroce della guerra.
E' Alessandro il macedone, detto il Grande, che giunge fino a qui
portando morte e distruzione. Davanti a quello che rimane della sala
del tesoro ci rendiamo conto dell'enormità e della ricchezza
dell'impero Persiano pensando che ad Alessandro ci vollero più di 3000
cammelli per portare via il prezioso bottino.
La città poi è inserita in un contesto più che suggestivo, tra rocce
millenarie scavate per realizzare le tombe di Artaserse e Artaserse I.
La luce in cui la città è avvolta è stupenda e per noi è come essere
in una macchina del tempo.
Diego è incontenibile, non gli si riesce a stare dietro. Ti giri e non
lo vedi più. Non vuole sprecare una goccia di questa luce e fa molte
riprese di ogni particolare.
Prima di andare via proviamo un'ultima volta a rivedere la città
intatta con i suoi palazzi e la sua grandiosità. Arrivare dalla natura
incontaminata e trovarsela davanti sicuramente toglieva il respiro!
Questo pomeriggio tra le antiche pietre non ha deluso le nostre
aspettative e ci ha fatto innamorare ancora di più di questo paese
straordinario!
Per la sera abbiamo in programma di andare a visitare Shiraz.
Siamo stanchi ma non vogliamo mancare l'appuntamento con una delle più
belle città dell'Iran. Inoltre ci farà da guida Alì, il nipote di
Saman che è stato un allievo di Diego alla scuola di vetroricerca.
Alì è un ragazzo simpatico che parla benissimo inglese, per me troppo
bene e troppo velocemente.
E' festa qui a Shiraz e lui ci porta a visitare la tomba di Hafez il
più importante poeta dell'iran.
Rimaniamo colpiti dal numero di persone che affollano lo splendido
giardino che ospita la sua tomba.
E' un vero e proprio pellegrinaggio e noi non siamo abituati a
celebrare in questo modo i nostri poeti soprattutto se pensiamo che
Hafez nasce nel 1300.
La tomba di marmo è disposta al centro del giardino all'interno di un
padiglione ottagonale e sul coperchio è inciso un suo verso.
Ma la cosa che ci affascina di più è proprio l'atmosfera. Il sole è
tramontato e c'è una luce irreale e dagli altoparlanti risuonano i
versi del poeta. Le persone si pressano per riuscire a toccare la tomba.
Alcuni leggono i suoi versi dai libri. sembra che ci sia una specie di
rito per cui se apri uno dei suoi testi a caso potrai conoscere il tuo
destino.
La città è stupenda sembra una delle nostre città del sud, per la
temperatura, la luce, le persone in strada che urlano e vendono
qualsiasi cosa. Si mescolano i profumi dei cibi e delle bevande.
Una peculiarità di Shiraz è il succo di fiori.
Siamo affascinati da questa particolarità e vogliamo assaggiarne qualcuno.
Ci spiegano che ogni essenza fa bene a qualcosa o va bene in qualche
particolare situazione. Ecco dunque il succo per lo stomaco a base di
zenzero, con la menta per l'alito cattivo, l'acqua di rose solo perchè
è buona e dissetante.
Ne proviamo alcune. Dirk si lancia col suo bicchierino di metallo e le
prova quasi tutte!
La piazza principale della città è costruita attorno ad un bellissimo
castello.
Proviamo ad entrare nel bazar ma oggi è festa ed è tutto chiuso, però
la gente si vive la città e la invade in ogni meandro e sembra gridare
"è festa, è festa, venite tutti e festeggiamo insieme"!
Anche nelll'uscire dalla città c'è una piazza con al centro una
rotonda piena d'erba e fiori e colonizzata dalle tende e da una
quantità impressionante di persone.
stanno insieme, ridono,giocano, si divertono e ci trasmettono gioia e
divertimento.
Torniamo con le nostre moto leggere al campeggio.
Qui mentre ci apprestiamo per la notte compare un vero personaggio!!
E' lo strong man of iran!!
Un palestratone da paura che pratica culturismo e pesistica. E'
innamorato dell'italia e ha scoperto in reception, alla faccia della
privacy, che siamo italiani e ci vuole invitare domani a casa sua per
un chai.
Noi rifiutiamo l'invito perchè il giorno dopo dobbiamo tornare a
Teheran per imballare le moto e dobbiamo salutare definitivamente Dirk
che forse ritroveremo in Tagikistan (anche se alla fine del viaggio o
passa da milano o andiamo noi a pigliarlo in Belgio!!)
Buonanotte strong man e buona fortuna anche a te!

7 commenti:

Unknown ha detto...

non hio parole....sembra di stare lì dai vostri racconti...

Anonimo ha detto...

Grazie! L'olio per i massaggi ha trovato, attraverso le sapienti mani del good doctor, tutto il senso che nemmeno si aspettava di ricevere quando é stato donato.
E grazie per il racconto della splendida ascesa in montagna e per lo straordinario carico di energia con cui ne siete scesi...la stanchezza di questi giorni vi ha ritrovato incredibile energia e riposo :-)))

Anonimo ha detto...

"che bella atmosfera"... è il desiderio sfrenato di vivere, vivere insieme con la gente, con tutta la gente in un abbraccio fraterno, un confronto leale, un assimilare e... donare... saper conquistare la fiducia, far nascere un sorriso, allargare la propria anima a una dimensione universale, aprire il proprio cuore e la mente... dare la vita... consumando magari poco a poco la propria, forse fino a sentirsi vuoti dentro... ma senza rimpianti... così siete voi ragazzi: ottimi dottori!
ante

Anonimo ha detto...

Ciao Grandiosi,vi respiriamo!Resto incantata dal tuo" Fiore Rosso" e
veramente commossa per la partenza di Dirk,che mi trema i muscoli!
Vorremmo Gridare il suo nome insieme a voi,tra le lande del Sud
iraniano.Un Coro Planetario di amici della Terra,un augurio sopravvento
a quel Valoroso Solitario che affronta allegramente altri meridiani ,
pronto con se stesso,in compagnia di una piccola lucertola di pezza che
ha in se tutto l'Amore dei bambini....più forte degli Dei.
Spingi Dirk e...............Arrivederci!
Di Voi non mi perdo una virgola!Thea

Anonimo ha detto...

Oramai cammino per per le strade di milano ed è come se fossi in Asia. La gente che mi ferma per strada, mi parla dell' asia, in panetteria non capisco in che lingua mi parlano, ma so che è asiatico.....non vi dico col fidanzato.....non capiamo più un caz....di ciò che ci diciamo ed è bellissimo, grazie xchè adesso andiamo veramente d'accordo....
lisa e bricious

Anonimo ha detto...

Indovina cosa mi ha commosso? Il grazie a tuo padre e vedere (sì vedere, ti ho visto) dicevo, vedere te medico!!
Tu sai di esserlo profondamente un medico e spero che le sensazioni forti che ti hanno percorso le viscere in quei meravigliosi momenti di questo viaggio, ti facciano tornare il desiderio di concludere "quel viaggio" interrotto tanti anni fa.
Ricorda, non è mai troppo tardi per riprendere i fili della propria vita. Buon viaggio Albert e buon viaggio nel viaggio!
A forza di baci, ti affogherò jose

Anonimo ha detto...

... e poi naturalmente hai in mano anche il mestiere di scrittore, ma quello lo puoi fare comunque, qualsiasi percorso tu segua.
Jose