DA SHIRAZ A TEHERAN

Salutiamo Dirk al bivio, lui torna verso Shiraz per poi proseguire

verso il golfo persico, noi torniamo verso Isfahan.
Ormai siamo legati da vera amicizia.
Abbiamo scelto un percorso il piu' differente possibile rispetto a
quello dell'andata, ma anche quando ci troviamo sulla stessa strada la
prospettiva e' completamente diversa. Ritroviamo il nostro mare di
roccia ma questa volta siamo nella direzione delle onde e ci muoviamo
con le creste e anche il vento ci spinge.
Dirk prima di partire ci ha segnalato un villaggio a circa 80 km da
Isfahan dicendo di non perderlo assolutamente.
Aveva marcato il punto con il GPS e ce lo ha dato.
Dunque ora e' quella la nostra meta e seguiamo la linea retta che il
potente strumento ha tracciato come via piu' breve per arrivare.
Immaginatevi questa scena dall'alto:
una steppa sconfinata che si perde nell'orizzonte multicolore. C'e' il
giallo della sabbia, il colore scuro delle pietre, gli arbusti verdi,
quelli secchi e i loro fiori viola.
2 puntini si muovono in questo scenario alla giusta distanza per
evitare di mangiare l'uno la polvere dell'altro.
Il loro morale altissimo.
Il loro obbiettivo un villaggio sperso chissa' dove!
Per raggiungerlo ruscelli da guadare, pietraie, sabbia e montagne da superare.
Sul letto di un fiume che non esiste piu' io arrivo un po' moscio, la
ruota davanti mi si pianta nella ghiaia e addirittura la moto si
spegne! (la mia testa era persa nel paesaggio)! Non ci provo neanche a
tenere in piedi la moto cosi' carica....salto giu'.
Non mi faccio niente e la moto neanche (devo solo stare piu'
concentrato sulla strada).
Mentre Diego filma e documenta il primo "crash"del viaggio io chiudo
il rubinetto della benzina.
Poi tiriamo su la moto e ripartiamo, dritti verso quel punto rosso sul
display...fantastico!
La steppa brulica di vita, dagli uccelli colorati, alcuni mai visti,
alle lucertole che disturbiamo al nostro passaggio e le vediamo
schizzare davanti alle ruote, agli innumerevoli insetti.
Pero' c'e' stata anche una specie di volpe che alla velocita' della
luce ha aperto la strada a Diego per qualche centinaio di metri, prima
di scartre sulla sinistra e sparire chissa' dove!
Arriviamo ad Esfahan dove decidiamo di cambiare dei soldi che ci
serviranno a Teheran. Li' conosciamo 2 ciclisti svizzeri che hanno
fatto il nostro percorso in bici mettendoci quasi 5 mesi.
Diego chiede ad un poliziotto dove puo' cambiare i dollari e lui lo
porta da un uomo in strada che gli fa il cambio ufficiale!!
Arifantastico!
In uscita dalla citta' facciamo scorta di acqua e frutta e ripartiamo.
Al tramonto decidiamo di mettere la tenda in un punto della steppa a
ridosso di alcune colline per restare riparati dal vento.
Dopo il tramonto cala il vento e ci sdraiamo fuori dalla tenda a
contemplare il cielo stellato. Vediamo anche una stella cadente e un
paio di satelliti che viaggiano velocissimi attorno alla loro orbita.
Fin da bambini abbiamo avuto la passione per l?astronomia e questo
posto, adesso che e? calato il vento e c?e? un silenzio irreale, col
suo aspetto desertico ci fa imaginare di essere su un altro pianeta!
Nonostante siamo a 1700m non fa freddo e ci sentiamo in armonia con
l?ambiente.
La mattina dopo giungiamo al villaggio e alle sue antiche mura che ci
dicono avere 5000 anni!
Qui siamo accolti con ancora piu? calore del solito.
Un uomo, il signor Hissan, ci porta a casa sua. Non parla una parola
di inglese ma e? un contadino e ci invita a mangiare lo yogurt del
latte della sua capra, il suo pane e le verdure del suo orto!
Le verdure sono crude e ci sono foglie di cipollotto e una insalata
buonissima. Imitiamo il suo modo di fare ci prepariamo dei piccoli
involtini di pane e verdure che poi intingiamo nello yogurt.
Delizioso!
Dopo mangiato guardiamo la mappa e il posto non e? segnato. Forse e?
vicino a Dashq.
Ora la nostra meta e? Teheran.
Ma abbiamo tutto il pomeriggio e nessuna fretta di arrivare in citta?.
Questi percorsi secondari che prendiamo ci portano nel cuore dell?Iran
lontano dagli itinerari turistici.
E' facile individuare i villaggi per il folto verde che vi cresce
intorno e per le mandrie di capre e pecore. A volte incontriamo
qualche asino.
Poi di lato vediamo una montagna vera e propria, e una sterrata che si
addentra nei suoi meandri. Riusciremo a passare dall?altra parte?
La cosa migliore per scoprirlo e? provarci.
E? cosi?che ci troviamo su una delle piu? belle strade sterrate di
montagna che abbia mai percorso, si arrampica sempre piu? irta fino
alla vetta!
Da li? ci appare un paesaggio biblico!
L?Iran e? un paese immenso, la steppa ogni tanto e? interrotta dale
vere e propie oasi che segnalano villaggi e fattorie. Una meraviglia.
In vetta troviamo molte persone che salgono su un carretto tirato da
un trattore pronte a scendere per tornare chissa? in quale villaggio,
infatti in cima, oltre al solito ripetitore radio, c'è un ben più
antico e affascinante tempietto che i contadini del posto vengono
regolarmente a visitare. quelli che sembrano i custodi del luogo ci
offrono il chai che beviamo volentieri.
E? ancora festa in Iran e loro ci invitano a mangiare il Kebab assieme
alle loro famiglie.
Sarebbe un?altra esperienza da fare assolutamente ma dobbiamo
viaggiare ancora molto.
Loro accennano addirittura a voler uccidere un capretto per noi!
Ridono e si divertono guardando il nostro abbigliamento. Tutti ci
chiedono come facciamo a stare vestiti cosi? senza morire di caldo. In
effetti siamo proprio dei marziani!
Lasciamo la vetta del monte nei pressi di Golpeigan e ora dobbiamo
raccordarci all?autostrada per tornare alla capitale.
Ci dispiace un po? lasciare la nostra strada di terra e sassi!
A 30 km dalla citta? il sole cade sull?orizzonte regalandoci un?altro
tramonto meraviglioso. Guidiamo morbidi voltati verso il sole mentre
le machine che passano ci salutano e ci danno il benvenuto..
Troviamo posto nello stesso Hotel che ci aveva ospitato qualche giorno fa.
Siamo stanchi ma gasatissimi. Ci manca il nostro hotel a 1000 stelle
ma e? fantastico farsi una bella doccia calda. Subito dopo
stramazziamo al suolo fino al mattino dopo!

L?ODISSEA DELLA SPEDIZIONE

Il nostro ritorno e? legato alla preparazione delle moto per la spedizione.
Scopriamo che sabato e? festa nazionale. Dobbiamo smontare le moto,
montare le casse che ci ha fatto il falegname e portarle in aeroporto
per farle stivare sul nostro stesso volo.
La festa la passiamo a lavare gli "olds boys", che ne hanno bisogno,
per permetterci di lavorare più agevolmente e preparare quella parte
di bagaglio che dovra? viaggiare nelle casse.
Il giorno dopo sveglia all?alba. Alle 7.30 siamo attesi dal falegname.
Lui si trova in un sobborgo periferico della citta? ed è molto
distante dall?hotel.
La bottega del falegname e? talmente piccola che i pezzi della cassa
sono appoggiati al muro fuori dalla porta.
Ci guardiamo intorno e chiediamo dove dovremmo lavorare. Ci
immaginavamo una situazione totalmente diversa. Non dico un capannone,
ma almeno un cortile.
Ma la risposta non tarda ad arrivare. Con grande naturalezza il nostro
amico ci indica la strada!
Orami siamo in ballo, balliamo!
Scegliamo almeno un posto all?ombra.
Diego è un grandissimo e fa tutto!
Lavora come un matto e dirige il lavoro del falegname e il mio! Oltre
ad essere un radar ha anche 2 o 3 personalitaà in grado di lavorare
contemporaneamente.
Neanche a dirlo col passare delle ore la strada si affolla e noi siamo
l?attrazione dell?anno! Un vecchietto si avvicina chiedendo se
vogliamo del chai. Gli rispondiamo di si e torna con the, pane e
formaggio buonissimo!
Anche se assorti nel lavoro ci rendiamo conto che c'è troppa gente
attorno a noi e alle moto e questo ci innervoscisce. Quando vado a
prendere la telecamera per fare alcune riprese della fase di
smontaggio,sorpresa!!!!Non c?e? piu?!!!!!!!!!!!!!Lo facciamo presente,
tra il disperato e l'incazzato, e due iraniani partono su una moto a
tutta velocità!
Lo spirito con cui stavamo lavorando svanisce. Ora siamo più tesi.
Dobbiamo tenere gli occhi ben aperti e non riusciamo più a
concentrarci a dovere.
Dopo 20 minuti gli iraniani tornaro gridando ?mister, mister, your camera!!?.
L?hanno ritrovata! una situazione da "mafia" iraniana.
Comunque non siamo rilassati. La notizia del furto attira ancora più gente.
Inoltre dopo il recupero della refurtiva si è presentato uno strano
tipo che ha discusso con quello che ci ha ritrovato la telecamera.
Sembra essere scocciato del suo gesto.
Infatti comincia a provocare tutti gli iraniani che lavorano con
noi. Qualcuno ha chiamato la polizia che tenta di disperdere un pò di
gente, ma lui resta sempre nei pressi. All?improvviso scoppia una
rissa tra il ragazzo e il falegname. Non ne capiamo il motivo ma non
ci scomponiamo e andiamo avanti a lavorare.Abbiamo l?unico desiderio
di riuscire a finire in fretta anche perchè cominciamo ad essere molto
stanchi.
Pur non essendo in una reale situazione di pericolo è la prima volta
che non ci sentiamo a nostro agio. Il falegname è andato al
commisariato col ragazzo.Ci aiutano un suo collaboratore ed un
camionista che come noi vogliono finire velocemente.
Finito di imballare le moto dobbiamo caricarle. Le casse pesano 300kg l?una!
Ma qui la folla ci viene in aiuto. Senza dover chiedere niente tutti
si danno da fare per aiutarci e in pochi minuti le moto sono sui
furgoni.
Salutiamo e ringraziamo tutti e ci dirigiamo in aeroporto.

L?appuntamento è al terminal cargo.
Qui però abbiamo l'ennesima sorpresa: la dogana è chiusa!Vogliono
rimandarci indietro.
Per noi diventerebbe un enorme problema! Non sapremmo dove mettere le
moto oltre al fatto di avere poco tempo e rischiare di far saltare la
spedizione per il giorno prefissato.
Ma i giorni passati a Teheran ci hanno insegnato a conoscere gli
iraniani e a non disperare mai. Diego in una lingua mista fra inglese,
farsi, italiano e molti gesti spiega la situazione e fa capire che per
noi è impossibile riportare le moto in città!Il tutto con la dovuta
cortesia e anche un pò di cerimonialità. Gli iraniani adorano gli
stranieri e per noi italiani hanno una particolare passione. Qualche
battuta su calcio, mafia e spaghetti ed ecco il miracolo! Si aprono le
porte del magazzino e portiamo dentro le moto. Qui troviamo le persone
dell?Iran Air Cargo Handling Office che sono cordiali e disponibili.
Ci vedono affaticati e accaldati e ci portano in ufficio e ci offrono
acqua, the e qualche frutto.
Diego si era fermato per strada a comprare dei teloni di pvc e col
loro aiuto finiamo di coprire le casse.
Ci sono stati poi due giorni passati in tutte le dogane di Teheran per
riuscire a farsi timbrare il Carnet de Passage en douane che e' il
documento per l'esportazione temporanea del veicolo in un paese non UE.
Qui gli uffici pubblici chiudono alle 14.00. Previa telefonata
dall'ultima dogana in Teheran siamo riusciti a farci attendere e
correndo come matti insieme al nostro MR.WOLF risolvo problemi, un
personaggio che abbiamo assoldato per riuscire nell'impresa,siamo
arrivati in aeroporto con l'ufficiale di dogana gia' fuori
dall'ufficio e le chiavi in mano che stava andando a casa!!!! Al pelo,
al cardiopalma!!
Ora le nostre moto sono pronte per essere spedite!
Non ci sembra vero essere riusciti a farlo !!
Una gioia immensa ci pervade perchè c'e' solo un volo alla settimana.
Se avessimo perso questo il viaggio sarebbe finito per noi. Una
settimana qui o a Karachi significa non riuscire ad arrivare in cina
per i tempi stabiliti. Per entrare in Cina con la moto abbiamo dovuto
iscrivere le moto alla motorizzazione cinese, trasformare la nostra
patente in patente cinese, noleggiare una guida ed il suo autista!!
Alla frontiera arrivera' una persona a portarci le targhe e I
documenti. Ecco perche' non possiamo mancare l'appuntamento!!
Ora ci aspetta il Pakistan e la nostra avventura riprendera? da Karachi!!
Siamo ancora increduli perche' questa e' un'avventura nell'avventura,
ma non ci fermeremo davanti a nulla!!


Alberto e Diego

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dalla magnifica sensazione di trovarvi su un altro pianeta alla pur sempre grande avventura sulla dura solita terra: "crash", burocrazia, furto, mafia.....
nervosismo, agitazione, stress... ma allora siete finalmente "umani".... ma avete superato il test da superman... siete pronti per la prossima puntata....
siete magnifici.... procedete fiduciosi nelle vostre capacità...
OK ante

Anonimo ha detto...

Magnifico leggere questo romanzo e anche i colpi di scena che ci lasciano con il fiato corto e sospeso (insomma un po' ci si allena pure per l'apnea ;-))))....solo una curiosità...leggendo perdo completamente la cognizione del tempo reale....ma di quante cazzo ore sono fatte le vostre giornate?!?...sospetto da quelle parti durino molto più delle nostre!

Vi ho saputi nel frattempo arrivati a destinazione...ne sono felice e vi abbraccio forte!

Sere

Anonimo ha detto...

Questo racconto me l'ero perso. Me ne ha parlato Thea oggi, quando le ho letto la vostra disavventura di Karachi.Ho avuto problemi di connessione ultimamente e oggi vi ho tempestato di scritti, non vogliatemene... io non posso fare a meno di comunicarvi il mio entusiasmo. Un mare di baci jose