DA ISLAMABAD AL BABUSAR PASS

DA ISLAMABAD A NATHIAGALI

L'ultimo giorno ad Islamabad è dedicato a sistemare il carico,
acquistare le ultime cose, revisionare le moto e spedire il backup dei
video in Italia.
Ora siamo pronti ad affrontare la Karakorum Highway che ci porterà tra
le vette più alte del Pakistan (ne ha ben 5 al di sopra degli 8.000m),
nella magica valle dell'Indo e poi a nord verso la Cina!!
Partiamo nel pomeriggio e da Islamabad in direzione Muree,
cominciamo a salire subito verso i vari "Gali" che in lingua locale
significa "Passo". Qui infatti la strada è tutto un su e giù l'aria e
tersa e la temperatura finalmente si abbassa! Non è un caso che su
queste montagne gli inglesi costruivano le loro residenze estive.
Usanza che non si è persa anche dopo l'indipendenza e c'è stato un
periodo che avere una residenza a Nathiagali era molto alla moda.
Per i Pakistani il mese di giugno è già alta stagione, le scuole sono
chiuse e chi può si sposta per le vacanze e queste zone sono molto
ambite.
Passiamo per Muree, la primissima di queste località turistiche, molto
carina, tutta abbarbicata sul fianco della montagna che in questo
tratto di strada è verde e fresca.
Ci sono dei pini altissimi ed è meraviglioso ritrovare i profumi del bosco.
Come sempre la strada è costellata di persone che vendono cibo e
oggetti vari. Ci colpiscono alcuni bambini che vendono delle girandole
coloratissime e un uomo che invece ha una vasta gamma di ombrelli,
merce che non siamo abituati ad incontrare e che dopo il caldo provato
in Pakistan ci fa ben sperare.
Sulla strada tra Muree e Nathiagali la guida segnala un hotel del PTDC
(l'ufficio per lo sviluppo del turismo) in località Ayubia.
E' qui che passeremo la prima notte, a 2400m senza aria
condizionata(!!) e sotto due spesse coperte!!
La mattina dopo, subito fuori dalla stanza abbiamo l'onore di ricevere
la visita di una scimmia!
Per la verità la valle è popolata da queste simpatiche scimmiette
simili a babbuini e che incontriamo anche lungo la strada. Alcune
attraversano davanti alle nostre ruote con il piccolino appeso a
zainetto anteriore, consueta posizione di trasporto non saprei dire se
confortevole!

ABBOTTABAD, MANSEHRA E BALAKOT

Riscendiamo verso la Karakorum e arriviamo ad Abbottabbad, città
grande e quindi molto trafficata. Lungo la via principale si
snocciolano i negozi tutti ravvicinati con le insegne colorate un pò
in inglese e un pò in Urdu e al nostro passaggio sentiamo gridare
"hello!" i mercanti che vogliono attirare la nostra attenzione.
Ci fermiamo a mangiare ma siamo in una condizione strana per cui
abbiamo fame ma non possiamo mangiare per un altro attacco di
problemini "idraulici". Il caldo umido, il cibo speziatissimo e anche
lo stress degli ultimi giorni hanno fatto il loro lavoro.
Dobbiamo però mantenere alta la concentrazione perchè su questo tratto
di Karakorum il traffico è intenso e i pakistani fanno a gara per
superarsi in curva e più di una volta ce li troviamo davanti sulla
nostra corsia.
Percorreremo la strada fino a Mansehra poi l'abbandoneremo per una
valle laterale meno trafficata e speriamo essere più sicura.
Sicuramente è bellissima!! Appena attraversato Mansehra con le sue vie
strette e caotiche, quasi una città mercato dalle mille voci e dai
tanti colori, la valle ci appare verde, sale dolcemente ma la strada
rimane rischiosa.
Solo quando siamo a Balakot riusciamo a rilassarci veramente perchè il
traffico diminuisce nettamente.
Ci fermiamo a bere in riva al fiume dove ci sono alcune famiglie di
pakistani in vacanza.
C'è anche un rapace intento a pescare qualche pesce, proprio lì
davanti ai nostri occhi, indisturbato.

NARAN

La nostra meta è Naran una delle mete più ambite dal turismo
pakistano. La guida parla di una strada molto bella che porta a questo
gioiello dal quale si può raggiungere il lago ......... a 3200m di
quota.
Quasi subito la realtà smentisce le parole della guida.
La strada che doveva essere bellissima si rivela uno dei più ardui
sterrati che ci sia capitato di fare fino ad ora.
Ai pezzi asfaltati si alternano rampe sabbiose, dossi, guadi nei quali
immergiamo le moto e le nostre gambe per intero!!
Per finire la sorpresa più grande!
Sulla strada troviamo 3 frane in punti diversi.
La via è chiusa. Alla prima frana diamo una mano per sgomberare e
intanto creiamo un percorso dove riuscire a passare con le moto. Ma
quando il percorso è aperto arriva la ruspa e ci tocca aspettare che
liberi la carreggiata.
Intanto facciamo la conoscenza di molte delle persone bloccate come
noi dalla frana.
C'è chi lavora in europa o chi c'è stato per studiare, ci sono ragazzi
attirati dalle moto e che si stanno recando in villeggiatura. Alcuni
arrivano da Karachi su un pulmino da cui escono almeno 12 persone!!
Molti hanno letto gli articoli sui giornali pakistani e ci
riconoscono, un ragazzo ci chiede l'autografo!!
La nostra giornata si spenderà tra gli sterrati e i guadi e le lunghe
attese per le frane.
L'ultima ci ferma fino alle 22.00!!
Al buio in questa situazione paradossale i pakistani non si perdono di
spirito, anzi, per loro è un'occasione di stare insieme. Un gruppetto
di ragazzi che ha attaccato bottone a Diego mi porta una chitarra!
Così nel buio, alla luce dei cellulari, accordo una vecchia chitarra e
mi ritrovo a cantare nella mia lingua in questo paese dalle mille
sorprese, in una strada di terra dopo 5 ore d'attesa.
Canto la musica popolare, un pezzo dei Musicanova "o'brigante" perchè
so che la cultura popolare non ha confini e anche i pakistani, che
sicuramente non capiscono le parole, abbracciano la musica e il suo
spirito e mi fanno il coro nel ritornello.
Riprendiamo il viaggio che è buio e la strada sempre la stessa, difficile.
Ma ora riusciamo a metterci davanti alla colonna di auto che si è
creata nell'attesa e pur andando piano ce le lasciamo alle spalle.
Dall'altra parte della frana tutti si sono fermati in un motel lungo
la strada che avevamo già verificato essere completo.
Così in questa notte ci sentiamo rilassati e ci divertiamo un mondo
nei su e giù sotto le stelle che ridono.
Ci fermeremo una decina di chilometri prima di Naran in una guest
house sul fiume. Il proprietario gentilissimo ci dà una stanza dalla
quale "potremmo pescare nel fiume!".
La mattina dopo raggiungiamo la città dove troviamo ad accoglierci un
gruppo di motociclisti pakistani che ci offrono cocacola e si fanno
foto con noi e soprattutto sulle nostre moto!
Poi ci dirigiamo al lago! Una strada che si inerpica sul fianco della
montagna e supertrafficata dalle jeep che portano in cima i turisti!
Il tratto più difficile arriva su un costone dove c'è ancora la neve!
Proviamo a passare ma la mia moto si affossa e sgasando la situazione
peggiora. Diego riesce a passare alla mia sinistra ma la moto sulla
rampa finale prima del pianoro non ce la fà, amche perchè carica e
scivola indietro.
La storia finisce con 4 pakistani che mi aiutano a sollevare la moto e
a tirarla fuori da lì e 4 che spingono Diego fino al pianoro!!
Alla fine siamo distrutti, sudati e sappiamo che scendere da lì sarà peggio.
Ma i pakistani non si curano di queste cose e continua a passare gente
che ci chiede come stiamo, da dove veniamo, cosa facciamo......
Dopo il giusto riposo, tempo in cui io grazie all'aiuto di una delle
persone che cerca di rendere migliore il passaggio per le jeep (anche
loro hanno difficoltà in quel punto) incollo il fanalino posteriore
con del silicone meccanico, riprendiamo la salita verso il lago.
Eccolo, davanti a noi, stupendo!
Quassù si accalcano le jeep e c'è una marea di gente. Il luogo è super
organizzato. Da qui puoi partire per trekkare, si possono fare
escursioni a cavallo e in barca. Si trova qualunque genere alimentare
e c'è anche un piccolo rifugio.
Noi cerchiamo un angolino dove riposarci ma è difficile perchè sono
tanti i curiosi che chiedono di noi e delle moto.
Finalmente ci allontaniamo e riusciamo ad addormentarci sotto il
portico del rifugio.
Intorno le persone parlano, bevono chai, fanno foto e filmati. C'è un
gruppo di persone che si spinge fino ad un costone di neve e si
diverte ad arrampicarsi per poi lasciarsi scivolare.
Tutta questa vita coccola il nostro sonno ristoratore. Al risveglio un
uomo ci porta un green the, un altro ci chiede dei soldi per costruire
una moschea e ancora domande e foto.
La discesa è più veloce della salita. Arrivati al punto della neve
vedo Diego che si lancia tutto sulla sinistra, sotto la parete di
neve. E' un fulmine e riesce a passare alla grande. Allora mi butto
anch'io sulle sue orme ma arrivato alla salita dall'altra parte perdo
l'equilibrio. Tengo in piedi la moto ma devo fare l'ennesimo guado per
riguadagnare la strada! E' fatta!
Incredibili queste moto, vanno veramente ovunque!! Siamo sempre più
convinti di avere le moto giuste per questo viaggio. Una moto più
pesante non ci avrebbe mai portato su queste mulattiere e non avrebbe
mai galleggiato sulla neve come abbiamo fatto ora!!
Ora ci dirigiamo verso il Babusar pass ma il sole comincia a
tramontare e ci fermiamo all?ultimo paese prima del passo Besal. Qui
piantiamo la tenda vicino a quella della polizia di frontiera. In
realta? non siamo vicini a nessun confine ma il luogo e? una vera
frontiera! La strada asfaltata finisce lasciando solo immaginare la
direzione da prendere e ai lati della strada sorgono piccoli edifici
bassi che contrastano con la maestosita? delle montagne intorno.
Siamo ben accolti dal poliziotto ma anche dalle persone che sono intorno.
La scena: 2 moto alla fine di una strada e un poliziotto di frontiera
in un luogo senza confine che li accoglie con un ottimo inglese.
Piantata la tenda vogliamo accendere il fuoco e il poliziotto ci porta
del diesel (altro che diavolina!), della sterpaglia e della legna! Il
fuoco parte ma loro vogliono farci cucinare le nostre minestrine
liofilizzate nella loro capanna.
Bellissimo! Un?atmosfera da altri tempi con la gente intorno al fuoco
ad aspettare che la cena sia pronta, scambiando quattro parole per
rendere piacevole l?attesa.
Il nostro cibo industriale non e? graditissimo ai nostri ospiti che si
preparano del pollo fritto nell?olio di palma. Noi invece ce lo
godiamo proprio!!! Sapori di casa?..

IL BABUSAR PASS

La mattina dopo siamo presto in viaggio. Non si riesce mai a capire
quanto tempo o quanta distanza si debba percorrere e noi vogliamo fare
il passo in giornata.
La scelta risulta subito azzeccata.
In fondo alla valle ci aspetta un caterpillar su una salita
ripidissima che si muove con la consueta lentezza del mezzo.
Noi lo lasciamo andare e poi facciamo un pezzo fino a quando non
riusciamo a superarlo!!
Il problema e? che queste ruspe smuovono la terra e tirano fuori I
sassi! Per noi la difficolta? aumenta e stare impiedi e? una vera
impresa!
Lungo la via ne incontreremo diversi di questi giganti che a volte ci
costringeranno a stare fermi per diverso tempo e non sempre e? comodo
mollare la moto!
Ma il percorso ci riserva altre sorprese come guadi, ponti che
attraversiamo al grido ?banzai!!!!!? e che riguardandoli dopo non
passeremmo neanche a piedi!
Poi giungiamo in un alto piano, un posto fantastico!
Impensabile trovare un posto cosi? a queste quote.
Io sono distratto dal paesaggio e mi sento carico e pieno di brio!
E? cosi? che arrivo allegrotto all?ennesimo guado non considerando che
dall?altra parte mi trovo quasi una parete verticale davanti!
La ruota anteriore riesce a salire(non so come) ma la posteriore non ce la fa!
Io resto sulla sponda e lascio la moto sdraiata sul fianco.
Se ripenso alle difficolta? superate mi fa proprio ridere questa caduta!
Proseguiamo e la strada giunge ad un bellissimo lago naturale, il
Lulusar lake, con la strada che passa sulle sue sponde a picco
sull?acqua. Altro caterpillar. Durante le fermate siamo sempre oggetto
della curiosita? delle persone che viaggiano sulle jeep e a cui tocca
la stessa sorte.
Prima di arrivare in cima al passo la strada sale ancora piu? ripida e
prima di una curva un caterpillar ha fatto un fondo che piu? sconnesso
non si puo?. Inoltre a 4000m la moto perde qualche colpo (molto meno
di quanto ci aspettassimo) e io sono arrivato quasi in cima alla
rampa ma seppur sfrizionando per tenere su di giri il motore mi sdraio!
Poco male. Torno giu? con l?aiuto di Diego, scarichiamo le moto e
sdraiati in posizione ventrale la tiriamo con il massimo di rincorsa
possible fino in cima alla rampa!!
Ma il momento piu? difficile si rivela il trasporto del bagaglio a
piedi su per quella dannata rampa ! Che fatica. Con le moto saliamo
velocemente e non abbiamo molto tempo per acclimatarci alla quota.
Ci vuole una piccola pausa prima di riprendere il viaggio. Ma il passo
e? li? dopo quella curva!!
Che spettacolo la valle, che soddisfazione enorme essere li?!
Guardiamo la discesa che ci riportera? sulla valle dell?Indo!
Il GPS segna 4188m!!! Ci guardiamo, guardiamo le moto, ci guardiamo
intorno. Non abbiamo parole, forse non ci crediamo di essere veramente
li?.
La discesa va meglio e scorre piu? velocemente, anche se non perdiamo
mai la concentrazione perche? la strada cambia molto velocemente:
sabbia, terra, pietre, fango, guado (occhio a non inforcare I solchi
lasciati dalle jeep!), dossi, buche?..insomma non ci annoiamo mai!
Poi un ponte, la strada e? sterrata ma battuta, compare uno strato di
pietre ordinate e infine l?asfalto.
Per un po? continuamo ad andare come fossimo sullo sterrato!
Alla fine incrociamo la Karakorum!

alberto e diego

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho parole per commentare, che strada ragazzi! Cosa siete dei Hulk per non dire Giganti della neve del fango del acqua, pazzesco!!!Bravi,bravissimi!!, credo a ogni parole che scrive Alberto e anche a quelle che si legge tra le righe. Mai avrai pensate che ci fosse tutto questo movimento sul vs. percorso: La bellezza dei paesaggi deve essere una cos mai vista!Adesso vi auguro solo di arrivare sani e SALVI in pianura. Ancora complimenti per la vs. impresa ardua.La buona stella veglia sempre sopra di voi!!
Abbracci e baci H.

Anonimo ha detto...

Ciao bellezze stratosferiche! Dunque ogni colpo di motore una “conquista”…e senza sconti!!! A “caro frane –caro attesa-“ tra guadi e ponti e camion contromano(i sensi si acutizzano...MAI bastanti) La RiminiHighway è una sorpresa per noi a casa; la pensavamo un grido d’aquila. Vedo che da Divi non c’è il tempo del riposo, tra Pakistani allegri, eternamente disponibili,generosi,incuriositi. Poi un lago vi rimanda tutta la bellezza….e dalle scapole Esce l’Ala. Vi aspetta l’urgenza verticale (puliti gli stivali dal fango,distesi i muscoli e parlato con le stelle) verso altre terre e impensabili giornate…ma state certi, Vi Spinge una grande piazza,resistente,solidale,appassionata, invaghita dalle vostre pronte decisioni , emozionata sotto i vostri temporali,il sole a picco ,le scivolate,gli imprevisti ,gli attimi scanditi e gli occhi grandi, grandi come i Vostri Nomi. Fateci sognare!!! Buon Viaggio Thea

Anonimo ha detto...

Allora non avete seguito la Karakorum Highway. Google Earth dice che dovreste riprenderla tra Chilas e Ame Ges.
E' divertente seguire i vostri racconti sulla mappa! Un abbraccio dalla Arcisate Highway.
Michele

Anonimo ha detto...

la pista da "toboga" dell'alta via non vi ha deluso,non vi ha fatto mancare nulla, un vero thriller, ma voi avete anche dirottato verso le incognite di vie e passi aspri e perigliosi, così da stupirvi voltandovi indietro a rimirare le difficoltà superate, la dove nemmeno le jeep riescono, per dire come ho fatto!... non lo rifarei un'altra volta.... impantanarsi, spingere, caricare e scaricare, scivolare col motore che tossicchia e s'impianta.. spingere in salita con i polmoni che bruciano.. i muscoli lignei.. i crampi... tutto previsto come già avevo anticipato e poi per andare dove dei buontemponi fanno le "ferie"... tutto previsto (forse meno le ruspe)... ma era previsto anche il vostro ennesimo successo! siatene fieri!
bene l'apprezzamento dei vostri mezzi... è indispensabile la perfetta simbiosi tra cavaliere e cavallo... date lo zuccherino ai vostri cavalli e mi auguro che nei prossimi giorni li farete riposare su percorsi meno impegnativi e che siano di ristoro anche per voi, magari mangiando qualche pasticcio di formiche cinesi...
ante

Anonimo ha detto...

Che posti meravigliosi (la montagna...il mio più grande amore) si intuiscono già dalle parole...peccato che dovrò aspettare una decina di giorni per poter dare forma, colore, profili e profondità al racconto :-(((
E mi entusiasma come tutto costantemente "torna"...le vostre adolescenti, sopraggiunte a salvarvi quando ormai stavate per rinunciare a tutto, che ora si dimostrano le più adatte a realizzare il sogno...
Vi porti i miei abbracci il vento che vi sospinge così piacevolmente :-)))

Sere

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi! Pietro here.
ho visto le foto del Babusar, che dire:
SIETE UN MITO!!
Ho provato a chiamarvi un'oretta fa (ora sono le 23.30) ma mi ha risposto la solita signorina pakistana dicendomi che probabilmente siete gia' a nanna... Spero che tutto proceda per il meglio, "la Cina si avvicina" e il Kunjerab Pass vi aspetta...
Riprovo a chiamarvi domani, nel frattempo vi lascio il solito grande abbraccio,
ciao!!
Pietro