DA CHILAS A GILGIT E LA VALLE DI ASTOR

DA CHILAS A GILGIT


Passiamo la notte a Chilas allo Shangrila hotel che si affaccia
proprio sull'Indo!!
Il fiume scorre con vigore sotto la nostra finestra.
La ascesa/discesa dal Babusar ci ha stancati parecchio e dopo una
doccia calda e aver mangiato del chikken manchiurian (l'influenza
della Cina arriva fin qui) ci addormentiamo alla grande e sono le
19.30 ora locale!
Il giorno dopo riprendiamo la Karakorum che in questo tratto è stupenda!
Corre tutta lungo il fiume e ad ogni curva, ad ogni ansa dell'Indo, si
aprono paesaggi da sogno.
Come impazziti ci inseguiamo con le moto per fare la ripresa dal punto
che più ci ispira ed è un continuo superarsi ed aspettarsi.
Sappiamo che le riprese non potranno rendere quello che stiamo vivendo
ma ce la mettiamo tutta!
Il fiume scende con veemenza portandosi dietro una marea di detriti e
sedimento ed erode i fianchi della montagna a vista d'occhio! Uno
spettacolo meraviglioso, che ci fa capire come ha fatto a crearsi
tutta la piana del PUNJAB!
Ma il momento più bello è quando affiora lo strato di granito frutto
della spinta dell'India sul continente! Il Nanga Parbat, la seconda
vetta più alta del Pakistan dopo il K2, cresce di ben 7mm all'anno
sospinto proprio da questo strato di granito che ora si palesa davanti
ai nostri occhi increduli!
Pensiamo il Pakistan oltre ad essere il paradiso degli alpinisti lo
sia anche dei geologi!
Proseguendo arriviamo al famoso Raikot bridge che, in direzione nord,
spinge la Karakorum dal lato destro al sinistro dell'Indo!
Attraversarlo è una vera emozione.
Raikot è il nome del versante nord del Nanga Parbat e da qui partono
le jeep che portano a Fairy Meadow (il prato delle fate) proprio sotto
la parete della imponente montagna! Da lì partono i trekking che
portano fino al secondo dei 9 campi base sparsi per la montagna!
Passato il ponte però ci aspetta un vento a raffiche micidiali!
Entriamo in una nuvola di terra e sabbia che oscura l'orizzonte e non
possiamo godere dell'incredibile vista del Nanga!
Ma ora ci preoccupiamo maggiormente di stare con le marce basse,
pronti ad accelerare quando arriva la raffica, cercando la direzione
giusta perchè la risultante vettoriale sia la traiettoria giusta! Non
sempre riusciamo e muovendoci sulla strada il vento arriva da tutte le
direzioni. Se ci prende di lato ci sposta come foglie cadute!
Vedo Diego sbattuto violentemente contro la parete rocciosa che
costeggia la strada....non so come abbia fatto ma riesce a guadagnare
nuovamente la strada.
Quando le raffiche arrivano davanti ci sparano la terra in faccia e se
colpisce la pelle fa veramente male!
Riusciti a superare il momento peggiore ci fermiamo in prossimità del
Nanga Parbat hotel. Per la verità le stanze sono in costruzione e c'è
solo un baretto che vende anche pietre provenienti dalla montagna e
sigarette.
Da un buco pieno d'acqua, per terra ai piedi di un albero, l'oste ci
serve due bibite zuccherine.
Da dove siamo noi si dovrebbe vedere il Nanga Parbat in tutto il suo
splendore, in realtà noi ne scorgiamo il profilo nascosto dalla nuvola
di terra che il vento si porta dietro.
Ma il posto è riposante e bissiamo le bibite. I gestori sono veramente
ospitali e sdraiato su uno dei tipici lettini c'è un vecchietto con in
braccio un bambino. Nessuno parla bene inglese e per la verità qui non
parlano neanche Urdu. Nella regione di Gilgit si parla Shina . Non
lontano di lì c'è il Baltistan dove parlano Balti e le due etnie non
si capiscono tra loro!
Questo è un paese dalle mille lingue e poi ci sono sciiti, sunniti,
ismaeliti e in alcune regioni ci sono ancora i segni di un passato
buddista.
Per comprendere bene la storia e la cultura pakistana bisognerebbe
vivere qui almeno 5 anni!
Noi non abbiamo tutto questo tempo e ci limitiamo a sorprenderci della
complessità di questo popolo.
Riprendiamo la strada per Gilgit ma torneremo al Nanga Parbat hotel
perchè vogliamo andare ad Astore e di qui raggiungere Skardu
attraverso i Deosai plains dove faremo il nostro secondo passo sopra i
4000m.
Viaggiamo sognanti come gli scenari che la Karakorum ci propone,
raggiungiamo la deviazione per Skardu e qui abbandoniamo la valle
dell'Indo. Poi arriviamo nel punto in cui si incontrano le tre più
imponenti catene montuose del nostro pianeta!! L'Hymalaia, il
Karakorum e l'Indus Kush! Che emozione!! C'è una costruzione che sorge
proprio su questo luogo magico!
Giungiamo a Gilgit, passiamo la registrazione documenti e mentre
cerchiamo una sistemazione pensiamo a questa gente,a questa valle,
famosi per una rivolta avvenuta ai tempi dell'indipendenza del
Pakistan. Il re della regione non riusciva a decidersi se firmare
l'annessione al Pakistan o all'India.
Il re era induista ma la stragrande maggioranza dei sudditi musulmani.
Scoppiò una rivolta che diede una grossa mano al regnante a prendere
la decisione per l'annessione al Pakistan, ovviamente.
La leggenda vuole poi che durante la prima guerra con l'India gli
scout di Gilgit suonarono le cornamuse tutta la notte, mentre gli
aerei indiani bombardavano, per prendersi gioco del nemico.
E' sempre assurdo pensare alla guerra, ma tra queste montagne sembra
ancora più impossibile. Eppure la presenza militare in questa città è
imponente anche se totalmente inserita nella vita di tutti i giorni e
non se ne sente l'ingombro.
Gilgit è un'importante centro turistico soprattutto per chi desidera
risalire una delle tante vette del gruppo del Karakorum. C'è
addirittura un negozio che vende l'attrezzatura da montagna lasciata
dalle numerose spedizioni.
Noi però cerchiamo qualcuno in grado di fare una saldatura. Alcune
cadute, tutte da fermo, che ha fatto Diego hanno piegato il telaio che
sostiene le borse laterali. Con una lunga leva è riuscito a
raddrizzarlo ma ha indebolito in giunto che sarebbe meglio saldare.
Detto fatto. Incontriamo un signore che ci dà il suo biglietto da
visita e ci offre una stanza in un hotel. Lo ringraziamo ma gli
spieghiamo che abbiamo bisogno di un saldatore. Sarà lui a portarci
nel quartiere dove si trovano tutti i meccanici e ad indicarci una
viettina stretta che porta in un cortile.
Qui troviamo un gruppo di ragazzi a cui facciamo vedere cosa ci
sarebbe da fare.
Uno dei ragazzi prende un saldatore a fiamma e in due minuti fa un
lavoro ottimo!!

DA GILGIT AD ASTORE

La mattina dopo ripercorriamo la KKH fino al Nanga Parbat hotel.
Oggi la montagna si vede anche se la vetta è immersa nelle nuvole! Che
spettacolo, che imponenza! Fanno impressione quegli 8126m!
Ci mettiamo in posizione con le bibite e Diego prende il suo binocolo
col quale riusciamo ad ammirare gli estesi nevai abbarbicati su pareti
ripidissime. Alcuni sono crepati e c'è odore di valanga!
Poi seguiamo i crinali che ci portano in vetta!
Poco più avanti rispetto all'hotel c'è la deviazione per l'Astor
valley dalla quale parte la via che ti permette di giungere il
Rupal, il versante sud della montagna che cala a picco per 4500m ed è
troppo ripida perchè la neve possa attecchirvi, da qui il nome Nanga
Parbat che in urdu significa montagna nuda.
Dal villaggio di Astore, a metà della valle, si può fare una breve
deviazione salendo di mille metri al Rama Ridge, con interessanti
vedute sul Raikot, il versante settentrionale della montagna.
La valle pur essendo spoglia ha un fascino incredibile. La strada
corre sul fianco della montagna che precipita nel fiume a volte anche
200m più in basso! L'acqua scorre potente e ci accompagna col suo
canto gridato.
Attraversiamo un ponte di legno sospeso nel vuoto, superiamo le
immancabili frane i guadi per circa 70 km. In corrispondenza di
un'ansa del fiume, Diego si ferma per scattare qualche foto e
parcheggia proprio sul ciglio... il terreno sabbioso tradisce
l'appoggio e la moto si sdraia a pochi centimetri dal precipizio!
Giunti ad Astore abbiamo a che fare con strade irte, poco curate e non
asfaltate. La città è appollaiata sui due versanti della gola di Rama.
Il bazar si trova su una strada ripidissima a nord della città dove
non ci avventuriamo.
Vista l'ora e il tempo nuvolo decidiamo di proseguire per il Rama Lake
dove siamo sicuri di trovare un hotel dell'ente per lo sviluppo del
turismo.
La strada è bellissima e la valle ricca di prati verdi e torrenti, coi
suoi villaggi disseminati quà e là.
Si sale velocemente e all'improvviso, eccolo!!!
Il Nanga Parbat, versante Raikot, meraviglioso!
Da qualunque parte la si guardi la montagna incanta ed è avvolta da
un'aria di mistero. La chiamano la montagna killer per le molte
vittime mietute nel corso degli anni. Ci fermiamo ad ammirarla e siamo
subito avvolti dagli abitanti di un villaggio vicino. Li guardiamo,
vivono qui di agricoltura e pastorizia, ai piedi di questa meraviglia
della natura. Loro sembrano non curarsene ma noi sappiamo che ne
conoscono i segreti, ne capiscono la voce, la amano e la odiano, come
in ogni relazione che si rispetti!
L'hotel si trova in mezzo ad un bosco di pini e betulle e fa freddo!
Dobbiamo mettere una coperta aggiuntiva per stare bene. E' il vento
che ci porta l'aria del Sachen Glacier, il respiro gelido della
montagna.
Dormiamo veramente bene avvolti e protetti dagli alberi e dai monti.
Domani ci attendono i piani di Deosai e un altro passo a 4200m! Un
sogno che diventa realtà!

alberto e diego

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Vi leggo in questo momento...e sono talmente commossa, VOI nella nuvola di polvere e sassi, il vento che sferza rabbioso, che spinge padrone, che rende gli uomini vividi,incredibilmente determinati, fortissimi e fragili...il granito è la legge! Sono "estasiata" dal grido e dal canto della natura, e dalla frofondità di ricevere e ricreare dell'essere umano.L'incanto del prima e del dopo,l'adattamento, la conoscenza, il rispetto...capace di venerare! Il racconto è bellissimo e colto, e vi diciamo che dal gelo e dalle valli dell'INDO il vostro cuore Gigante ci scalda. Quanto vi AMO!

Anonimo ha detto...

ero io thea

Anonimo ha detto...

Vedo i colori, respiro la polvere alzata dal vento, che vi fa strizzare gli occhi, sento freddo e mi infilo sotto le coperte.
Ma non riesco ad immaginare bene quei pasaggi montani... aspetterò con pazienza i vostri filmati, le vostre immagini!
Intanto grazie

Anonimo ha detto...

Sono sollevata e contenta sapervi sani e salvi dopo questo superimpegnativo percorso in mezzo a pareti rocciose frane, sassi e guadi con il GIGANTE
davanti ai vs. scuardi meravigliati.
Vi auguro buona continuazione pensandovi sempre!
Baci H.

Anonimo ha detto...

che meraviglia!
finalmente siete giunti nel luogo più suggestivo, ricco di fascino ed esaltante di tutto il vostro splendido viaggio: il Nanga Parbat, stupendo regalo di un creatore in stato di grazia. Questa vetta non è assolutamente mangiatrice di uomini ma, al contrario, faro illuminante di cultura e anima segreta di ogni uomo. Vi ringrazio per avermi ancora una volta fatto sognare.
Andrea

Anonimo ha detto...

ogni racconto è una lacrima commovente e di gioia!!!!