Il profumo dell?erba culla il nostro riposo all?ombra della moto.
Abbiamo in mente gli occhi grigi della bella ragazza russa alla
frontiera che ci ha guardato intensamente mentre esaminava i nostri
passaporti.
I suoi lineamenti sinuosi e i capelli biondi ci ricordano queste
colline rivestite dai girasoli.
Abbiamo guidato per molte ore e le pratiche doganali richiedono molto tempo.
Adesso ci godiamo lo spettacolo del cielo terso e fluttuiamo nel vento
mentre le membra trovano riposo.
Solo la sete ci spinge più avanti in cerca di un posto dove
rinfrescare le gole secche.
Diego mi precede così come la sua fama di rabdomante, solo che ha una
particolare predilezione per la birra più che per l?acqua.
E anche questa volta non sbaglia.
Alle porte di un piccolo villaggio il suo istinto lo guida giù per una
breve discesa a lato della strada.
Sotto una tenda in PVC ci sono alcune panche e relativi tavoli.
Fuori dalla tenda un gruppetto di persone ha in mano uno di quei
bicchieri di plastica che ad occhio ha la taglia della ?media?.
Appena ci vedono ci vengono incontro curiosi.
Anche loro sono motociclisti.
Dopo poco uno si congeda per andare a prendere la sua moto e farcela vedere.
Uno alto e magro torna con la Obolon, famosa birra ucraina, anche per noi.
Si brinda ai bikers e ai viaggi.
Quello alto parla qualche parola di inglese imparata in Crimea dove ha
lavorato qualche stagione come cameriere.
Un altro lo chiamano capitan katami forse per il suo trascorso
nell?esercito o per il suo presente nella polizia. Non riusciamo a
capire bene.
Di certo c?è che tutti amano la birra e che ne hanno già bevute diverse.
Nel frattempo torna Vlad con la sua moto. Un ?cyber chopper?
autoassemblato con telaio giapponese, bicilindrico boxer russo con
trasmissione cardanica, ruota posteriore di un?automobile BMW e
cruscotto Fiat UNO???spettacolare!
E? già pomeriggio ma io e Diego abbiamo saltato il pranzo e ora i
nostri stomaci reclamano la loro parte.
Ci piacerebbe molto assaggiare i buonissimi Sishlik, spiedini di carne
di maiale e chiediamo se in paese è possibile trovarli.
Vlad accende la moto e va a fare benzina per accompagnarci. Dovremo
percorrere una decina di chilometri più a ovest. Torna con l?amico
Valerio e sulla moto sale anche Sergej, in tre sul cyber chopper!
Scegliamo un tavolo all?aperto con la vista sulle colline circostanti.
Qui si incontrano spesso miniere.
Intanto i nostri amici continuano a brindare al nostro incontro e al
nostro viaggio.
Si parla di moto e di quanto sia importante per chi viaggia incontrare
la solidarietà degli altri motociclisti ma anche di quanto si stia
facendo dura la vita, di come è difficile inseguire i propri sogni, le
proprie aspirazioni.
L?Ucraina è divisa in due dal fiume Dnepr sia geograficamente che
politicamente. Qui nella parte orientale sono filo russi mentre in
quella occidentale è più forte il desiderio di entrare nell?unione
europea.
Alle ultime elezioni ha vinto la linea filo europeista e da queste
parti il presidente Juscenko non gode di molta stima.
Un altro giorno sta finendo e vorremmo raggiungere la vicina Lugansk
per dormire.
Sergej cerca di telefonare ad un suo amico motociclista in città ma
non riesce.
E? allora che Vlad si fa avanti e ci invita a dormire a casa sua.
Non possiamo e non vogliamo rifiutare!
Torniamo a Biloe, il piccolo villaggio a 70 chilometri circa dal confine.
Vive in una cascina dove scopriamo il suo personale deposito di moto
ed auto d?epoca. Una vera e propria collezione iniziata forse dal
vecchio padre.
Lui e Valerio ci mostrano tutti i loro lavori, le ore investite nella
loro comune passione, con orgoglio e soddisfazione.
Rimaniamo a bocca aperta e non riusciamo a staccare gli occhi da
quella meraviglia.
Come vuole la tradizione tra una moto e l?altra arriva anche qualche
bicchierino di vodka. L?effetto esilarante dell?alcool si fa sentire e
Vlad esce da un garage a bordo di un vecchio motocarro che ci avvolge
in una nuvola di fumo e ci fa scoppiare in una fragorosa risata.
Per non parlare di quando si presenta col suo caschetto nero e gli
occhialini da piscina!
La moglie,Maria, una donna giunonica che lavora in una farmacia, oggi
è a casa e avvolta nel suo vestito leopardato ci prepara la cena.
A tavola compare una bottiglia di Samagon, una sorta di vodka
distillata in casa.
Al primo brindisi si scopre la verità: il prezioso liquore, di cui
Vlad rifornisce il paesino, è una vera bomba torcibudella!
Prima di buttare giù il bicchierino ci si riempie quello dell?acqua
con una bevanda dolce e scura e poi un boccone di borsh o di pelmieni
e oplà, tutto in sequenza!
La mente fluttua, siamo più sciolti e anche il russo ci è più
familiare. Riusciamo addirittura a seguire i racconti di Vlad e di
quando faceva il soldato nell?armata rossa ed era in distaccamento in
Siberia a -40°C.
Fu in quel contesto ghiacciato che incontrò sua moglie.
Da quando è tornato a casa lavora come carrozziere.
Noi dal canto nostro tiriamo fuori il computer e facciamo vedere
alcune foto del nostro viaggio.
Intanto la bottiglia di Samagon è vuota!
E? arrivato il momento di andare a letto e Vlad e sua moglie ci cedono
la loro camera da letto!
La mattina dopo quando mi sveglio non trovo nessuno, nemmeno Diego.
Raggiungo il bagno strisciando i piedi e con le spalle curve.
Quando arrivo in cucina Vlad e Valerio sono davanti ad un piatto di
uova e patate e una birra da mezzo litro in mano.
?ma come fate a bere ora?? chiedo ingenuamente.
?Per noi è già la seconda? mi rispondono ridendo.
Arriva anche Diego e dopo colazione anche il padre di Vlad su una
splendida Ural 125 e con un cesto pieno di arborelle pescate nel
torrente.
Noi intanto ci prepariamo per riprendere la strada.
Il momento dei saluti è sempre quello più difficile, ma a risolvere la
situazione arriva la vecchia madre di Vlad che ci bacia e benedice il
nostro viaggio passando le sue mani sulla nostra fronte.
Ora non può proprio succederci nulla di male
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1 commento:
Ci si sente assorbiti dal giallo dei girasoli di questa regione,dall'allegria di questo bel pezzo di scrittura che mi ero persa. Tutta questa bella gente,così ospitale e genuina fa si che il respiro del viaggio...anche se un tantinello alcoolico, sia veramente l'aria di tutti.
E Quante madri vi hanno protetto il cammino!!!
VI bacio Thea
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