abitanti ma senza contare gli immigrati che spesso non sono registrati.
Costruita sul fiume Dnepr nel V secolo fu un importante snodo
commerciale tra Costantinopoli e il nord-est europeo.
Noi arriviamo passando per la grande periferia, tra i quartieri di
nuova costruzione con immensi condomini a grattacielo e i nuovi centri
commerciali.
In lontananza sull?altra sponda del Dnepr si stagliano le cupole della
cattedrale di Santa Sofia e il monumento alla madre patria.
Il 19 Settembre del 1941 cadde in mano ai nazisti che fecero 650.000
prigionieri tra i soldati dell?armata rossa.
Nei due giorni successivi le SS uccisero senza pietà 33.771 ebrei.
La città rimase in mano tedesca fino alla riconquista da parte
dell?armata rossa il 6 Novembre del 1943.
Alla fine della guerra venne la città fu premiata per il suo eroismo.
Dopo la visita al monumento troviamo alloggio all?Hotel Ucraina che si
affaccia su piazza dell?Indipendenza, la più importante e centrale
della città.
Qui conosciamo due motociclisti russi, Marat e Sergej, diretti in
Crimea per le vacanze estive.
Abbiamo notato le reciproche moto; Sergej infatti viaggia con la
Yabusa 1300 cc. della Suzuki, mentre Marat con una Kawasaki ZRX 1200
cc. percorrendo Mosca Kjev in 6 ore, alla bella media di 180km/h!
Loro restano a bocca aperta quando scoprono il nostro itinerario.
Guardano i nostri Dominator carichi e squotono la testa con
un?espressione di meraviglia.
La nostra voglia di curiosare per la città e i loro impegni per la
sera ci spingono in direzioni diverse ma con la promessa di ritrovarsi
qui l?indomani.
La città è in festa oggi e le strade sono piene di gente mentre le
auto non possono circolare.
C?è chi si raccoglie ad ascoltare i musicisti di strada, chi si ferma
alle bancarelle per acquistare merce a basso costo o souvenir, c?è chi
mangia e chi fa lo struscio per i viali per essere notato o per
incontrare qualcuno.
Tutto intorno la città confonde il tempo mescolando gli antichi
edifici dai lineamenti quadrati con le linee impazzite
dell?architettura moderna con i suoi materiali apparentemente leggeri
che contrastano con l?imponenza del marmo e del calcestruzzo.
Il mattino seguente all?appuntamento i nostri amici russi si
presentano con Maria, una ballerina incontrata in chissà quale dei
locali che animano la vita notturna della capitale.
In programma abbiamo la visita alla cattedrale di Santa Sofia di cui
scorgiamo le 13 cupole d?oro apparire e scomparire nel saliscendi
delle colline su cui sorge la città.
La chiesa iniziata nel 1037 fu edificata per emulare lo splendore
delle cattedrali bizantine e fino al 1240 fu, per dimensioni, il
secondo del mondo cristiano.
Nel cuore del suolo su cui si erge si trovano le catacombe che
ospitano i corpi dei fondatori, i 100 corpi.
Gli abitanti sono molto credenti e fanno la fila per poter visitare i
loro antenati di cui baciano la bara come vuole il rito antichissimo
che li lega alla tradizione.
Anche Maria venera i corpi e bacia le bare.
Marat traduce le spiegazioni della nostra guida, cosa che fa
avvicinare Ester, una ragazza olandese che sta facendo un campo di
lavoro in un villaggio a circa 400 km da qui.
Sui corpi si raccontano alcune leggende come quella dei semi sterili
provenienti da Cernobyl che posti vicino alle bare sono tornati a
germogliare; o quella dei soldati Bolscevichi che volevano portarle
via dalla città ma una volta messe sui camion questi non si sarebbero
più messi in moto.
Allora ci pro vararono con dei carri trainati da cavalli che però si
sarebbero tutti imbizzarriti nello stesso momento.
Finita la visita alle catacombe ci siamo recati alle fonti d?acqua
benefica e benedetta oltre che fresca e buona.
Finita la visita i nostri amici russi ci portano al mitico Route 66 il
locale dedicato alla statale americana che attraversa gli stati uniti
coast to coast.
Qui parcheggiamo le nostre moto ancora sporche di terra kazaka tra le
Harley lucide e cromate.
Incontriamo anche la televisione ucraina che attende un gruppo di
harleysti coreani.
Ne sono partiti 20 da Seul e nonostante il camion appoggio munito di
meccanico e pezzi di ricambio ne arriveranno solo 8, eroici
motociclisti che hanno sfidato le impervie strade dell?Asia centrale
con moto adatte alle lunghissime e dritte strade americane!
Quando arrivano comincia subito la conferenza stampa alla fine della
quale veniamo chiamati anche noi per brindare con la vodka.
Comincia la festa di cui diventiamo protagonisti insieme ai colleghi coreani.
Marat si trasforma nel nostro manager e ci porta giornalisti
interessati al nostro viaggio ed a intervistarci.
Anche il proprietario del locale ci prende in simpatia.
Facciamo una gara di bevuta e balliamo tutta la sera con la musica dal
vivo di una blues band locale che va veramente forte!
Ester, la nostra nuova amica olandese, non è avvezza al mondo dei
motociclisti ed è estasiata da questo nuovo mondo tutto da scoprire,
anche se sulla moto è ancora molto rigida e spaventata.
Continua a ripeterci che non si aspettava fossimo così famosi.
La festa continua fino a notte, quando il proprietario del locale ci
porta via.
Saliamo un po? incerti sulle moto e lo seguiamo per le strade della
città fino al lungo lago.
Un posto molto intimo, una spiaggia di sabbia bianca finissima.
Da qui si vede la città illuminata che si rispecchia nelle acque
quiete del fiume.
Ci confida che quando giunse a kiev dalla regione dei carpazi lavorava
in un locale come cameriere e non avendo un posto dove dormire veniva
qui.
Il suo racconto ha reso ancora più intimo e piacevole questo angolo d?Ucraina.
L?acqua del fiume nella notte è nera ma calda e noi ci siamo spogliati
e tuffati come ci si butta sotto le coperte.
Abbiamo nuotato e ci siamo immersi nel nero più profondo senza alcun
timore perché l?acqua ci culla, ci coccola e ci unisce.
Sembra che anche il cielo si sia lanciato nel fiume e ci aggrappiamo
ad una stella come se fosse una boa.
Tornati sulla riva troviamo una chitarra ad attenderci.
Suoniamo a lungo, fino quasi all?alba.
Ma arriva sempre il momento in cui le cose finiscono e noi siamo pronti.
Salutiamo tutti e prendiamo i sacchi a pelo per dormire in quel posto
magnifico.
Ma i nostri amici russi squotono il capo ? Chi ha percorso 20.000 km
in giro per il mondo ha il diritto di dormire su un letto morbido-.
Li seguiamo fino all?Hotel Ucraina dove ci cedono la loro stanza.
Raccolgono alcune cose e se ne vanno con Maria non sappiamo dove.
Lasciano nella stanza i loro bagagli tra cui un computer e altri
oggetti di valore.
Fiducia totale.
Cerchiamo di lavare via la sabbia dal corpo e appena toccato il letto
continueremo a sognare!
Dormiamo fino a tardi e quando scendiamo a preparare le moto
incontriamo Marat e Sergej. Sono venuti a salutarci con un tempismo
degno di un indovino.
Facciamo colazione insieme guardando foto e filmati della notte magica
appena trascorsa.
Ora l?Italia ci sembra dietro l?angolo.
Alberto e Diego
2 commenti:
e magicamente vi leggo nella notte più lunga dell'anno.
Grazie, lo considero un regalo per la festa del solstizio, una festa che io amo più delle altre tradizionali... la festa della luce!!!
Per i turisti che si recano a visitare Kiev - prima del viaggio vi consiglio di prenotare una stanza in un alberghi a Kiev.
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