KYRGYSTAN PARTE QUARTA

Sul versante sud-est del lago Issyk Kul si trova Karakol, una
cittadina posta tra il lago e le montagne.
Di qui si può risalire le numerose valli che portano sulla catena
montuosa del Tian Shan che separa il paese dalla Cina.
Tra le mille possibilità che questi posti offrono siamo attratti da
una stazione termale a Jeti Oguz,
dove si trova un vecchio sanatorio costruito in epoca sovietica molto
conosciuto perché oltre alla benefica azione sul corpo è collocato tra
splendide montagne rosse di cui abbiamo visto parecchie immagini in
città.
L?ambiente suggestivo ci spinge a risalire la valle ma una volta
giunti lì rimaniamo delusi.
All?ingresso troviamo un cancello e un ragazzo che non parla inglese,
capiamo comunque che ci chiede dei soldi per farci entrare ma noi non
glieli diamo, l?edificio è fatiscente, il giardino che doveva essere
una vera oasi è diventato pascolo per le mucche.
Arriva una signora alla quale chiediamo se il sanatorio sia in
funzione e se sia ancora possibile pernottare nella struttura.
Lei ci risponde che le stanze non sono più in uso e fa confermare la
cosa anche alla custode del posto, che per la verità non ci sembra
molto convinta.
Ci guardiamo sconcertati. Capiamo che la signora non ha niente a che
fare con le terme e che vuole approfittare della situazione. Sembra
che il paese abbia preso il possesso del vecchio sanatorio, diventato
una buona fonte di reddito per i suoi abitanti.
Infatti lei ci porta a casa sua chiedendoci una cifra ingente per
passare la notte.
Chiama anche una sua vicina anziana che una volta faceva i massaggi
agli ospiti e che propone anche a noi i suoi servigi, ovviamente
sotto compenso.
Non ci scandalizza lo spirito imprenditoriale di questa gente, ma la
decadenza del luogo e la situazione poco chiara ci spingono a
rifiutare l?offerta.
Decidiamo di tornare dalla custode per chiederle di mostrarci la
vasca, per accertarci che non sia conciata come il resto del complesso.
Ma lei sembra non capire e continua a dirci che non è possibile
dormire lì, nell?evidente tentativo di coprire la sua amica.
Mentre cerchiamo di spiegarci arriva una jeep che trasporta alcune
anziane signore con tanto di bagaglio che si dirigono presumibilmente
verso le loro stanze.
A questo punto vengono confermate le nostre considerazioni e lasciamo
definitivamente il luogo e la speranza di ristorare le nostre membra.
Torniamo in città dove la mattina avevamo incontrato Valentin, un tipo
simpaticissimo che in inglese ci aveva invitato ad andare nel suo
rifugio di montagna a visitare le ?hot springs?naturali.
Ci aveva anche rassicurato sul fatto che saremmo riusciti a
raggiungere il posto con le moto senza problemi. Ma quando cominciamo
a risalire la valle ci troviamo in un sentiero vero e proprio pieno di
sassi e di rampe ripidissime!!
Come se non bastasse, nella migliore delle tradizioni, si presenta
anche una pioggia fitta ed insistente!
Le difficoltà aumentano e arriviamo in un tratto del sentiero fatto di
pietra scivolosa.
Ci fermiamo per valutare la situazione: sono circa 100m in cui ci
piacerebbe molto avere delle moto da trial!!
Nel frattempo scende un sidecar che rimbalza come una palla sulle
rocce tanto che il conducente e il passeggero scendono e lo spingono a
mano.
Ci dicono che la strada migliorerà più avanti. Così saliamo in sella
ed affrontiamo il sentiero. Una volta dall?altra parte ci sentiamo
arrivati, ma non è così!
La strada aumenta di pendenza e sul sentiero si forma un ruscello. La
terra diventa fango e stare in piedi diventa un?impresa!
Arriva una salita ripida che finisce con delle rocce. Bisogna
calibrare bene la velocità in modo da tenere su il motore senza andare
troppo veloci per non rischiare di rimbalzare sulle rocce.
Io prendo lo slancio ma arrivato in cima la moto si impenna e cado di
lato sulle pietre.
Mi faccio male al polso e la mia ernia del disco si fa sentire con un
dolore fisso ed acuto.
Il dolore, la pioggia insistente, alcune cadute nel fango mi rendono
nervoso. Per la prima volta in tutto il viaggio vorrei tornare indietro.
Diego capisce la situazione ed è pronto a fare inversione, ma in quel
momento arriva Valentin sul suo Quad 4X4, ha fatto rifornimento di
viveri per il suo rifugio.
Ci saluta e ci incita a proseguire. Questa gente non si perde mai
d?animo e questo mi dà una carica incredibile. Andiamo avanti ma le
difficoltà sono molte. In alcuni punti dobbiamo fermarci e spingere le
moto che non hanno più presa sul fango. Per fortuna Valentin ci aiuta
perché la mia schiena è fuori uso.
Quando mancano 700m al rifugio ci si para davanti la rampa più ripida
del sentiero costellata di sassi appuntiti che la pioggia rende
scivolosissimi.
Io lascio la moto nella piana sottostante. Il dolore aumenta e non
voglio rischiare di compromettere il viaggio proprio adesso.
Diego si concentra, respira e aggredisce la salita ma la moto carica
non riesce a superare l?ultimo pezzo di rampa, il più ripido e si
sdraia su un fianco.
Sarà l?ultima caduta della giornata.
Ovviamente nella migliore delle tradizioni, quando arriviamo in cima
alla salita smette di piovere!!
Da qui vediamo il rifugio e sullo sfondo il bellissimo monte Altyn
Arashan innevato
Io mi faccio a piedi gli ultimi metri dopo aver caricato i bagagli sul
mezzo di Valentin.
Diego mi precede con la moto e sento il rombo di gioia del Dominator
riempire la valle!
Che spettacolo!! I posti migliori bisogna conquistarli e la
soddisfazione li rende ancora più belli!
Nel rifugio troviamo Alexander, un ospite di Mosca, Nastia, la ragazza
che si occupa della cucina e il mitico Valentin.
Siamo bagnati fracidi e dopo esserci cambiati mettiamo i vestiti ad
asciugare davanti al camino, ci beviamo un chai e poi Alexander ci
accompagna ai bagni caldi.
Questi sono naturali, sono al coperto e per pochi som, la moneta
kirghisa, ci danno 40 minuti di tempo.
L?acqua è caldissima, intorno ai 50°C!!
Entriamo lentamente ma una volta immersi è il paradiso. Le fatiche
sono già un ricordo lontano e i dolori si sciolgono nel vapore insieme
alla tensione.
Fuori comincia a piovere forte e per noi è un vero piacere goderci lo
spettacolo immersi in questo paradiso! Alcune gocce fredde filtrano
dal tetto e le raccogliamo in una ciotola di metallo. E? una vera
libidine bagnarsi con acqua fredda per poi tornare nella vasca!
Ora possiamo goderci la cena che faremo insieme ad un gruppo di
spagnoli giunti fin qui con un camion Ural a 6 ruote motrici col
quale sono partiti dal Kazakistan.
Ci scambiamo racconti di viaggio e consigli.
Loro campeggiano poco distanti da noi ma a causa della pioggia hanno
preferito cenare al caldo fuoco del camino.
Dopo cena cantiamo qualche canzone. A noi chiedono ?bella ciao?.
Il medico della spedizione è un russo che conosce bene il Kirghistan e
le sue tradizioni.
Dice di conoscere alcuni brani del poema di Manas.
Manas è l?eroe Kirghiso e a raccontare le sue imprese esiste un volume
20 volte più lungo dell?Odissea!!!
Ci spiega che una volta veniva trasmesso oralmente e ci si impiegava 3
giorni a cantarlo tutto!
Così sotto lo sguardo attento ed ammirato di tutta la tavolata
interpreta alcuni passi del Manas!
No rimaniamo sbalorditi dalla sua bravura per l?intonazione e la
gestualità espressiva.
Alla fine scoppiamo in un applauso sincero.
Non avremmo mai potuto immaginare di assistere a tale spettacolo in un
rifugio a 3000m sperduto tra le intricate montagne del Tien Shan!
Il giorno seguente, visto che il tempo è ancora molto instabile, ci
dirigiamo alle terme naturali. Seguiamo il fianco della montagna sul
versante orientale (rispetto al rifugio), risalendo il torrente per un
sentierino stretto e scivoloso.
Giunti a destinazione dopo una piccola scalata ci immergiamo nella
vasca di pietra!
L?acqua è molto meno calda che in quelle pubbliche ma il paesaggio è
davvero suggestivo.
L?arrivo di un fronte temporalesco ci convince ad uscire dall?acqua e
ad affrettarci verso le terme ufficiali.
Piove molto forte e quando torniamo al rifugio incontriamo un ragazzo
e una ragazza di Berlino est.
Vengono da un trekking dopo aver passato una notte in tenda sotto la
pioggia. Sono molto infreddoliti.
Ci raggiunge anche un gruppo di 6 ragazzi kirghisi.
Il dopo cena lo passiamo a suonare,cantare e bere vodka!
L?atmosfera è meravigliosa e facciamo una sorta di competizione canora
alternando un brano italiano ad uno russo o kirghiso.
Noi ci facciamo onore e forse battiamo tutti quando Diego comincia a
surfare mentre suono un pezzo di Vasco!
La musica avvicina le nostre culture e fa vibrare le corde dell?anima.
Prima di ogni brano ciascuno spiega brevemente il contenuto del testo.
Sono parole d?amore e libertà e quassù hanno un sapore squisito e
pieno di vita!
Partecipano tutti, anche Valentin e Nastia, due ragazzi uno turco e
uno canadese incontrati alle terme quel pomeriggio.
Ogni tanto usciamo tutti a guardare le stelle e a goderci quel posto
che ora è diventato il nostro luogo, quello dell?incontro tra persone
di paesi diversi ma che cantano le stesse speranze, la stessa voglia
di pace!
Al mattino il tempo sembra buono e ne approfittiamo per partire.
Salutiamo i nostri amici, le montagne e i bagni benefici di quel posto magico.
La discesa è più semplice. Il terreno ora tiene e noi siamo pieni di
vigorosa armonia.
Entro breve lasceremo questo paese ma non prima di aver tentato una
sortita verso le vette del Tian Shan!!!

Alberto e Diego

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie! bravi avventurosi determinati,sono felice che le terme miracoloso abbiano ridato salute ed energia,a quella provata schiena,e che l'armoniosa pace vi accompagni sempre! abbraccioni. marisa

Anonimo ha detto...

Bentornati Tutti!!!
Settembre toglie l'ancora alle rade del blog. Ci sentivamo orfani senza svettanti respiri di Diego e Albeto.
Quanti clic andati a vuoto nelle serate afose sotto le pale del ventilatore a segnera il ritmo dell'attesa.
Aperto il margine il fischio della strada riavvicina emozioni motore e cuore che umanizza le immense regioni solitarie e sterrati davvero difficili per migliaia di KM .
Il cielo largo non regala direzioni...ma i ragazzi si conquistano agni virgola dell'impresa.
L'ascolto è rapito dalle vostre tracce.
Vorrei salutare caldamente H. e S.
ancora imbevuti dal loro interessante viaggio, di cui ci incanteremo presto a VOCE. Un bacio speciale a LUCA, prodigiosamente già in piena forma!!!

Con gli aromi e i disagi del VOSTRO EST mi incollo al PC e apro tutte le immagini!...Agni volta perfette!

Sempre GRAZIE. THEA