IN USCITA DA ISTANBUL E ALTOPIANO DELL'ANATOLIA
Ci svegliamo la mattina presto per affrontare la lunga giornata di viaggio. Facciamo una colazione abbondante e finiti gli ultimi preparativi carichiamo le moto. Salutiamo il nostro amico Abdulrezak che gestisce l'hotel RESITPASA dove abbiamo passato le ultime 3 notti. Per uscire dalla città prendiamo il ponte nuovo sul bosforo ed è una forte emozione. Verso la fine del ponte compare un cartello che recita "WELCOME IN ASIA"!
Eccitati fermiamo suito le moto e scendiamo per fare una foto, ma un poliziotto ce lo impedisce e noi non ne capiamo il motivo. Però la fermata non è stata vana, infatti appena superato il ponte è
obbligatorio pagare un pedaggio. Lo si può fare solo attraverso una carta che noi ovviamente
non possediamo. E' in questa circostanza che conosciamo Orkun, un motociclista di Istambul che con la sua tessera ci fa passare tutti!! Ci fermiamo a ringraziarlo e scambiandoci gli indirizzi scopriamo che anche lui fa riferimento a un sito www.mototurkije.com , al quale appena potremo scriveremo.
Dopo i saluti riprendiamo il viaggio. Per uscire dalla città con Diego abbiamo pianificato di prendere la statale D100.
E qui comincia l'epopea!!
Per capire di cosa si tratta provate a immaginarvi una qualunque delle grosse statali italiane come la via Emilia, però la raddoppiate e ne moltiplicate il traffico per dieci!! Ecco la D100, ma se volete immaginarla nel tratto che costeggia la zona industriale, provate a pensare ad una nuvola di polvere come quelle sollevate da un branco di bufali impazziti e cercate di vedervi mentre l' attraversate con la vostra moto e vi trovate in mezzo ad un reticolo di TIR inferociti che si sorpassano, strombazzano e soprattutto vanno praticamnete ad olio. La periferia di Istanbul è infinita e la D100 è costellata di un numero astronomico di cittadelle che si snocciolano senza soluzione di continuo per oltre 100km!! Infatti solo dopo Duzce la terra torna a respirare piano piano. A Gerede prendiamo la D750 in direzione di Safranbolu cittadina ricca di storia che è stata dichiarata patrimonio dell'unesco nel 1994. Safran signica zafferano,la preziosissima spezia commercializzata in tutto l'impero. Si perchè Safran è testimonianza degli antichi splendori con le sue case in puro stile ottomano.
Di qui proseguiamo in direzione Kastamonu e ci fermiamo a Yoruk Koyu uno splendido paesino semiabbandonato dove conosciamo un'intera famiglia che ci mostra la loro abitazione, rigorosamente ottomana e costruita 300-350 anni fa. La madre gestisce gli affari e con spigliatezza anche i rapporti con noi e i nostri stomaci. Ci rimpinza con dei dolcetti fatti da lei e del gustosissimo Ayran, la gustosissima e rinfrescante bibita turca a base di yogurt,acqua e sale.
Lasciamo il bellissimo paese immerso nella luce del tramonto e riprendiamo la strada per Kastamonu, capoluogo di provincia, che si rivelerà essere un sito interessante con un castello bellissimo che ci accoglie ormai tutto illuminato! La splendida piazza del paese è contornata di antichi palazzi e al centro vede un monumento ai caduti per la guerra di indipendenza capeggiata dal padre della patria Ataturk.
La mattina dopo siamo già in viaggio verso Erzincan, una tappa da 610 km. Per raggiungere la città che si sviluppa lungo una via, facciamo un passo a 21805m. Ma noi la ricorderemo sempre per il calore con cui ci ha accolto e salutato alla partenza! Di qui muoviamo per Dogubayasitz che si trova a soli 35km dal confine iraniano e saranno altri 500km. Questa volta ci troveremo sul sommo del passo l'altimetro del GPS segna 2220m e una volta dall'altra parte incontreremo il mitico monte Ararat!
L'ALTOPIANO ANATOLICO PERCORRENDO LA D100 (E80)
L'altopiano è un posto meraviglioso. E' una distesa sconfinata che cambia in continuazione. A noi si presenta da un passo a 1600m ricoperto di boschi che ricordano molto le nostre alpi, alle valli ricche di corsi d'acqua coltivate a riso come nel sud-est asiatico, ai tratti brulli e rocciosi che ti portano nel texas, fino alle colline verdi e il loro obbligartorio richiamo a quelle senesi o del centro
italia. Poi ci sono le fonti d'acqua fresca a cui ci abbeveriamo, i molti animali domestici e da pascolo ma anche selvatici. Una infinità di uccelli, molti rapaci e molti trampolieri. Ci fermiamo a riprendere una coppia di cicogne che ha tranquillamente nidificato su un palo della luce.
E cosa dire delle persone, tutte gentilissime, che amano fare 4 chiacchere. Sono tutti interessati e incuriositi dal nostro abbigliamento ma soprattutto dal nostro viaggio. Quando mostriamo loro l'adesivo che riproduce la cartina col nostro percorso si mettono le mani in testa e ridono facendo un chiaro gesto con la mano che significa "ne avete di strada da fare figli miei!!" Quando passiamo per strada le persone a piedi ci salutano con la mano, i camionisti, sempre numerossisssimi, lo fanno col clacson, mentre gli automobilisti con gli abbaglianti. Quando ci fermiamo per cercare una sistemazione, non facciamo a tempo a spegnere il motore che c''è già qualcuno che ci chiede da dove veniamo e ci accompagna a piedi, mentre lo seguiamo in moto, all'hotel che reputa migliore per noi. E' il caso di questo cittadino di Erzincan che non parla una parola di inglese ma in compen so i suoi 25 anni di lavoro in Germania gli hanno lasciato un tedesco fluente. Per fortuna Diego lo mastica quel tanto che ci permette di giungere a destinazione sani e salvi! Non abbiamo
ancora scaricato i bagagli da portare in stanza che si presenta Kenon.
Lui parla inglese abbastanza bene, il fratello vive e lavora in Olanda, ci porta in un posticino dove ceniamo, ci tratta come amici e ci dice che in questi giorni sono passati 2 motociclisti australiani che pare siano diretti in Iran. Chissà, forse più avanti ci incontreremo!Ma per noi c' è sempre LEI, LA STRADA!!
Con i nostri caschi e scafandri ci sentiamo gli esploratori di tutti questi microcosmi che l'altopiano ci presenta di continuo! Immersi nel nostro silenzio espandiamo i nostri sensi e non pensiamo
che stiamo affrontando un viaggio da 25.000km, ma ci concentriamo sul fatto che ogni strada ha il suo ritmo. il suo palpito, ogni chilometro i suoi profumi, i suoi mille colori. Siamo spinti dalla curiosità di sapere cosa ci aspetta dietro ogni curva, affamati di luce e linee e l'altopiano così generoso ci dona il puro piacere della guida, un'accoppiata perfetta!
Grazie a un fornelletto ed a una tenda siamo autosufficienti e con il nostro abbigliamento tecnico possiamo integrarci in qualsiasi tipo di clima. L'unico vincolo che ostacola la nostra totale libertà è la dipendenza dalla benzina! Ma lo sappiamo che noi motociclisti presto saremo in grado di creare una splendida due ruote alimentata a raggi cosmici e allora niente ci potrà più fermare! Valicato l'ultimo passo ci troviamo faccia a faccia col monte Ararat e l'emozione è incontenibile. L'ora è quella giusta, la luce pure, fermiamo le moto, ora si, scattiamo mille foto che forse non riusciranno mai a restituire questo fremito!
A Dogubayasitz passeremo l'ultima notte in Turchia che ci lascerà ricordi unici e molti nuovi amici.
Solo due note negative :
- La benzina qui costa carissima, 1,8 euro/litro, un salasso che pesa sul nostro budget.
- Inevitabilmente le distese sconfinate dell'altopiano sono battute da forti venti che a volte ti spingono ma soprattutto ti ostacolano. Il vento poi tende a fare la voce grossa nel casco, che da una parte ti tiene compagnia, ma soprattutto ti rincoglionisce. Per non parlare degli insetti che ogni tanto ti ritrovi in bocca...ma quelle sono tutte proteine!
ALBERTO E DIEGO
Ci svegliamo la mattina presto per affrontare la lunga giornata di viaggio. Facciamo una colazione abbondante e finiti gli ultimi preparativi carichiamo le moto. Salutiamo il nostro amico Abdulrezak che gestisce l'hotel RESITPASA dove abbiamo passato le ultime 3 notti. Per uscire dalla città prendiamo il ponte nuovo sul bosforo ed è una forte emozione. Verso la fine del ponte compare un cartello che recita "WELCOME IN ASIA"!
Eccitati fermiamo suito le moto e scendiamo per fare una foto, ma un poliziotto ce lo impedisce e noi non ne capiamo il motivo. Però la fermata non è stata vana, infatti appena superato il ponte è
obbligatorio pagare un pedaggio. Lo si può fare solo attraverso una carta che noi ovviamente
non possediamo. E' in questa circostanza che conosciamo Orkun, un motociclista di Istambul che con la sua tessera ci fa passare tutti!! Ci fermiamo a ringraziarlo e scambiandoci gli indirizzi scopriamo che anche lui fa riferimento a un sito www.mototurkije.com , al quale appena potremo scriveremo.
Dopo i saluti riprendiamo il viaggio. Per uscire dalla città con Diego abbiamo pianificato di prendere la statale D100.
E qui comincia l'epopea!!
Per capire di cosa si tratta provate a immaginarvi una qualunque delle grosse statali italiane come la via Emilia, però la raddoppiate e ne moltiplicate il traffico per dieci!! Ecco la D100, ma se volete immaginarla nel tratto che costeggia la zona industriale, provate a pensare ad una nuvola di polvere come quelle sollevate da un branco di bufali impazziti e cercate di vedervi mentre l' attraversate con la vostra moto e vi trovate in mezzo ad un reticolo di TIR inferociti che si sorpassano, strombazzano e soprattutto vanno praticamnete ad olio. La periferia di Istanbul è infinita e la D100 è costellata di un numero astronomico di cittadelle che si snocciolano senza soluzione di continuo per oltre 100km!! Infatti solo dopo Duzce la terra torna a respirare piano piano. A Gerede prendiamo la D750 in direzione di Safranbolu cittadina ricca di storia che è stata dichiarata patrimonio dell'unesco nel 1994. Safran signica zafferano,la preziosissima spezia commercializzata in tutto l'impero. Si perchè Safran è testimonianza degli antichi splendori con le sue case in puro stile ottomano.
Di qui proseguiamo in direzione Kastamonu e ci fermiamo a Yoruk Koyu uno splendido paesino semiabbandonato dove conosciamo un'intera famiglia che ci mostra la loro abitazione, rigorosamente ottomana e costruita 300-350 anni fa. La madre gestisce gli affari e con spigliatezza anche i rapporti con noi e i nostri stomaci. Ci rimpinza con dei dolcetti fatti da lei e del gustosissimo Ayran, la gustosissima e rinfrescante bibita turca a base di yogurt,acqua e sale.
Lasciamo il bellissimo paese immerso nella luce del tramonto e riprendiamo la strada per Kastamonu, capoluogo di provincia, che si rivelerà essere un sito interessante con un castello bellissimo che ci accoglie ormai tutto illuminato! La splendida piazza del paese è contornata di antichi palazzi e al centro vede un monumento ai caduti per la guerra di indipendenza capeggiata dal padre della patria Ataturk.
La mattina dopo siamo già in viaggio verso Erzincan, una tappa da 610 km. Per raggiungere la città che si sviluppa lungo una via, facciamo un passo a 21805m. Ma noi la ricorderemo sempre per il calore con cui ci ha accolto e salutato alla partenza! Di qui muoviamo per Dogubayasitz che si trova a soli 35km dal confine iraniano e saranno altri 500km. Questa volta ci troveremo sul sommo del passo l'altimetro del GPS segna 2220m e una volta dall'altra parte incontreremo il mitico monte Ararat!
L'ALTOPIANO ANATOLICO PERCORRENDO LA D100 (E80)
L'altopiano è un posto meraviglioso. E' una distesa sconfinata che cambia in continuazione. A noi si presenta da un passo a 1600m ricoperto di boschi che ricordano molto le nostre alpi, alle valli ricche di corsi d'acqua coltivate a riso come nel sud-est asiatico, ai tratti brulli e rocciosi che ti portano nel texas, fino alle colline verdi e il loro obbligartorio richiamo a quelle senesi o del centro
italia. Poi ci sono le fonti d'acqua fresca a cui ci abbeveriamo, i molti animali domestici e da pascolo ma anche selvatici. Una infinità di uccelli, molti rapaci e molti trampolieri. Ci fermiamo a riprendere una coppia di cicogne che ha tranquillamente nidificato su un palo della luce.
E cosa dire delle persone, tutte gentilissime, che amano fare 4 chiacchere. Sono tutti interessati e incuriositi dal nostro abbigliamento ma soprattutto dal nostro viaggio. Quando mostriamo loro l'adesivo che riproduce la cartina col nostro percorso si mettono le mani in testa e ridono facendo un chiaro gesto con la mano che significa "ne avete di strada da fare figli miei!!" Quando passiamo per strada le persone a piedi ci salutano con la mano, i camionisti, sempre numerossisssimi, lo fanno col clacson, mentre gli automobilisti con gli abbaglianti. Quando ci fermiamo per cercare una sistemazione, non facciamo a tempo a spegnere il motore che c''è già qualcuno che ci chiede da dove veniamo e ci accompagna a piedi, mentre lo seguiamo in moto, all'hotel che reputa migliore per noi. E' il caso di questo cittadino di Erzincan che non parla una parola di inglese ma in compen so i suoi 25 anni di lavoro in Germania gli hanno lasciato un tedesco fluente. Per fortuna Diego lo mastica quel tanto che ci permette di giungere a destinazione sani e salvi! Non abbiamo
ancora scaricato i bagagli da portare in stanza che si presenta Kenon.
Lui parla inglese abbastanza bene, il fratello vive e lavora in Olanda, ci porta in un posticino dove ceniamo, ci tratta come amici e ci dice che in questi giorni sono passati 2 motociclisti australiani che pare siano diretti in Iran. Chissà, forse più avanti ci incontreremo!Ma per noi c' è sempre LEI, LA STRADA!!
Con i nostri caschi e scafandri ci sentiamo gli esploratori di tutti questi microcosmi che l'altopiano ci presenta di continuo! Immersi nel nostro silenzio espandiamo i nostri sensi e non pensiamo
che stiamo affrontando un viaggio da 25.000km, ma ci concentriamo sul fatto che ogni strada ha il suo ritmo. il suo palpito, ogni chilometro i suoi profumi, i suoi mille colori. Siamo spinti dalla curiosità di sapere cosa ci aspetta dietro ogni curva, affamati di luce e linee e l'altopiano così generoso ci dona il puro piacere della guida, un'accoppiata perfetta!
Grazie a un fornelletto ed a una tenda siamo autosufficienti e con il nostro abbigliamento tecnico possiamo integrarci in qualsiasi tipo di clima. L'unico vincolo che ostacola la nostra totale libertà è la dipendenza dalla benzina! Ma lo sappiamo che noi motociclisti presto saremo in grado di creare una splendida due ruote alimentata a raggi cosmici e allora niente ci potrà più fermare! Valicato l'ultimo passo ci troviamo faccia a faccia col monte Ararat e l'emozione è incontenibile. L'ora è quella giusta, la luce pure, fermiamo le moto, ora si, scattiamo mille foto che forse non riusciranno mai a restituire questo fremito!
A Dogubayasitz passeremo l'ultima notte in Turchia che ci lascerà ricordi unici e molti nuovi amici.
Solo due note negative :
- La benzina qui costa carissima, 1,8 euro/litro, un salasso che pesa sul nostro budget.
- Inevitabilmente le distese sconfinate dell'altopiano sono battute da forti venti che a volte ti spingono ma soprattutto ti ostacolano. Il vento poi tende a fare la voce grossa nel casco, che da una parte ti tiene compagnia, ma soprattutto ti rincoglionisce. Per non parlare degli insetti che ogni tanto ti ritrovi in bocca...ma quelle sono tutte proteine!
ALBERTO E DIEGO
2 commenti:
Mi state regalando delle bellissime emozioni. Grazie
Roberta
ci ritroviamo qui, io e la silvietta, davanti al video come davanti al caminetto;tra una sigaretta e uno zuppone leggiamo le vostre storie la sera prima di andare a dormire:magnifico! ci fate dimenticare (per un attimo)anche la dichiarazione dei redditi!
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