TEHERAN E I PEOPLE RUNNERS
Per carita', non e' che non ci sia bolgia o traffico, ma e' che dopo
aver vissuto istanbul ci sembra quasi ordinario.
Questa e' una citta' che ospita 12 milioni di abitanti!
Tanto e' vero che anche con Dirk pensavamo di allestire la nostra
camel bag che si veste come uno zaino ma ha un contenitore che puoi
riempire d'acqua o altro liquido e grazie ad un tubicino bere anche
mentre stai guidando!
A certe temperature, in mezzo al traffico, vestiti di tutto punto e'
moto facile disidratasi!
I tragitti in queste metropoli sono di decine di km e a volte ci si
mette ore ad attraversarle!
A Istanbul siamo arrivati alle 15.30 e abbiamo trovato l'hotel alle 18.30.
Oggi a Teheran invece il traffico e' umano. A parte i semafori rossi
riusciamo sempre a stare in movimento anche grazie ai GPS di Diego e
Dirk che ci aiutano a raggiungere il centro senza buttarci nel;le
grosse arterie della citta'!Il nostro amico belga accende la sua
camera car che in realta' tiene sul casco per fare una ripresa del
traffico in soggettiva.
E tra pickup che trasportano qualunque cosa o animale, soprattutto
pecore, moto e motorini che trasportano carichi 3 o 4 volte superiori
al loro peso, piu' la guida super sportiva dei teheranesi di materiale
per fare un film ne trova sicuramente!
Il calore e la curiosita' nei nostri confronti non si e' spenta
nell'indifferenza della citta' come pensavamo sarebbe accaduto.
Ad un semaforo mi sento toccare, mi giro e mi trovo davanti ad un uomo
dall'eta' indefinibile che e' la riproduzione in scala di John Lennon,
comprensivo di occhialini tondi!!!
Noto che veste un casco nolan e gli dico di essere italiano e che
anche il suo casco viene dall'italia. Questa notizia lo fa esplodere
in un sorriso che svela una dentatura ad intermittenza(un dente si e
uno no)!
Poi si gira verso quello che con la moto gli sat a fianco e gli dice
con superbia che il suo casco viene dall'italia!
Ci fermaiamo all'ombra per consultare la cartina e da una macelleria
esce una vecchia signora sdentata che scorpiamo essere stata
un'insegnante.
Troviamo un hotel e ci sistemiamo ma l'orologio segna le 14.00 e alle
15.30 abbiamo l'importante appuntamento all' ambasciata italiana qui a
Teheran.
Sappiamo che e'vicina all'hotel e vogliamo andare in moto.
Qui ho la conferma di quello che e' dall'inizio del viaggio che sospetto:
Diego non e' un uomo e' un RADAR!!!
A lui basta dare un'occhiata alla cartina e non importa se la citta'
fa 12 o 40 milioni di abitanti, capisce tutto!!! Un momento,
eccettuata la volta di Portland!
I percorsi sono perfetti e solo i divieti d'accesso ci fermano, anche
se in situazioni come queste neanche quelli riescono. E poi a dirla
tutta qui non li rispetta nessuno!
L'AMBASCIATA ITALIANA
Entriamo in ambasciata con le moto che per l'occasione abbiamo ornato
con il Primo tricolore d'Italia che ci ha regalato il comune di Reggio
Emilia, dove e' nata la nostra bandiera, un'emozione incredibile.
Ci apre un carabiniere e devo dire che incontrare quella divisa cosi'
familiare per noi, in un posto cosi' lontano, ci fa sentire a casa.
Veniamo condotti dall'ambasciatore in persona, Roberto Toscano,che
siamo onorati di potere incontrare.
Gli esponiamo in breve il significato dell'iniziativa legata ai people
runners che culmina con la consegna della maglietta (di cui ormai
sapete tutto).
Poi mentre sorseggiamo un vero espresso italiano restiamo a parlare a
lungo del nostro viaggio e dell'IRAN.
L'ambasciatore e' una persona eccezionale e da subito mostra la sua
grande sensibilita' nei confronti del tema del "dialogo". E' un uomo
molto colto e che conosce profondamente la politica iraniana ma anche
la sua storia e la sua cultura.
Si dimostra molto interessato al nostro viaggio e ci avverte del fatto
che il passaggio via terra in Pakistan potrebbe essere molto
pericoloso a causa dei recenti episodi di rapimento di turisti
stranieri.
Capiamo che potrebbe essere un problema per la nostra diplomazia e
discutiamo insieme le alternative possibili.
Una sarebbe quella di spedire le moto e raggiungerle per via aerea. Ma
noi sappiamo che e' facile incappare in brutte sorprese e non vorremmo
separarci dalle moto. Cosa che l'ambasciatore capisce subito e attiva
il personale dell'ambasciata per verificare la possibilita'di lasciare
l'Iran da un porto sul golfo persico e via mare approdare a Karachi in
tutta sicurezza.
Lasciato il suo bellissimo ufficio siamo chiamati da altri due
funzionari dell'ambasciata che stanno pensando ad un viaggio in moto
ROMA-TEHERAN e ritorno.
Ci fanno domande sulla preparazione del viaggio e l'allestimento delle
moto, sui tempi e il percorso.
Ma noi capiamo che loro sono gia' pronti perche' hanno lo spirito giusto!
Queste ore presso la nostra ambasciata sono state memorabili e noi
vogliamo a gran voce ringraziare ancora
l'Ambasciatore Roberto Toscano,
il primo segretario Marco Landolfi,
e tutti i funzionari per il loro calore e la loro disponibilita'!
alberto e diego
DA TABRIZ A QAZIM
Lasciata Tabriz ci dirigiamo verso Sara'Eyn perche' Karim ci dice che
dobbiamo andare assolutamente alle "hot waters springs" piu' famose
del paese.
Anche la nostra guida ne parla bene.
Giunti sul posto rimaniamo un po' perplessi perche' la localita' e'
molto turistica. Si ergono scheletri di alberghi in costruzione che
danno un senso di abbandono e ogni dieci metri c'e' qualcuno che ci
offre un hotel o una gita sul monte Sabalan che proietta la sua vetta
a 4811m!
Ci troviamo la sistemazione piu' spartana che riusciamo perche' gli
hotel internazionali vogliono 113 dollari per una stanza!
Il nostro alberghetto invece sembra una vecchia casa di ringhiera
abitata da coppie di anziani signori iraniani e rispettive consorti
sempre gentiulissimi e curiosissimi. una copia di teheran ci invita
subito a prendere un chai nel loro appartamento, lo beviamoi sul
tavolino posto nel ballatoio tra una porta e l'altra, ogni tanto ci
dobbiamo alzare per far passare gli altri clienti, che nel frattempo
ci salutano con grandi cerimoniali e ci offrono pane e comunque
partecipano con noi alla gioia del momento.
i nostri ospiti sono in pensione stanno visitando il loro paese
insieme alla madre di lei, che assiste alla conversazione in inglese
(la figlia ogni tanto traduce) lei porta la tradizionale veste nera e
l'hejab (il velo) silenziosa ma e' una presenza importante con il suo
sguardo intenso ed il portarmento austero. Riusciamo a strapparle una
fragorosa risata mostrandole la foto delle moto nell'hotel di tabriz,
la coppia di teheran e'curiosa di sapere quali siano i punti di
contatto tra la nostra cultura e la loro e come la collocheremmo
rispetto alle altre culture asiatiche incontrate nel viaggio.
spieghiamo che siamo all'inizio del percorso e che dell'asia abbiamo
visto solo la turchia e stiamo scoprendo l'iran, ma che abbiamo
intrapreso questa avventura proprio per rispondere alla sua domanda.
Notiamo per la seconda volta che gli iraniani soffrono l'isolamento
culturale a cui sono sottoposti e sono desiderosi di confrontarsi con
gli altri popoli e aprirsi alle altre culture. Per quanto riguuarda le
terme ci spiegano che le donne possono accedere al mattino mentre
gli uomini alla sera. Arriva il nostro turno ed andiamo nella piscina
a cielo aperto perche' ci piace l'idea di immergersci sotto le stelle!
Paghiamo 14.000 rial (1,4 euro circa) e andiamo a cambiarci.
Mentre ci dirigiamo verso la vasca io vengo fermato perche' ho il
costume a slip. Un iraniano mi difende subito dicendo che ho il
costume e tanto basta. Ma l'addetto all'ingresso vuole che metta il
costume a pantaloncino.
Allora l'iraniano che mi ha difeso si gira e in inglese ci dice:"visto
cosa ha fatto Comehini?".
In realta' e' un trattamento riservato a me che per potermi vendere il
costume a pantalone che loro chiamano majo. Gli iraniani entrano con
costumi a slip e avolte con le semplici mutande.
E' uno scotto che pago volentieri perche' entrati in vasca ci si
presenta un'atmosfera da favola.
Un tuffo nel passato,un ambiente di marnmo scuro costruito attorno a
queste acque che ribollono da secoli,che con grossi gradoni finisce in
acqua.
Il cielo e' scuro e c'e' una luce gialla che si riflette sulla nuvola
di vapore scaturita dalle hot waters e che riveste tutto di
un'atmosfera irreale.L'ingresso in acqua e' un piccolo trauma perche'
la temperatura supera sicuramente i 50 gradi!
Inoltre gli iraniani ci invitano a fare le solite 4 chiacchere al
centro della piscina dove sgorgano le sorgenti e qui la temperatura e'
ancora piu' alta.
Resistiamo pochi minuti e usciamo.
Inizia cosi'questa danza del dentro e fuori che diventa ogni volta
piu' piacevole.
Io e Diego ci rilassiamo e parliamo tanto, in intimita'.
E' un momento intenso, meraviglioso in cui stanno bene il corpo e la mente.
DIRK
Lasciate le acque miracolose ci dirigiamo verso Masuleh, un paesino di
montagna che la guida descrive come un gioiello e che e' raggiungibile
attraverso una strada bianca di montagna che ci stuzzica alla grande.
Per arrivarci pero' decidiamo di passare per il Caspio.La curiosita'
e' grande e il richiamo di un nome cosi' imponente e' forte!
Ci dirigiamo verso Ardabil, una strada grande e un po' monotona ma
ecco che all'improvviso accade l'imprevedibile!
Guardando lo specchietto scorgo uno strano puntino luminoso......non
e' possibile!
E invece poco dopo il puntino diventano i due fari anteriori di una
Africa Twins, un'altra Honda in IRAN!!
Il motociclista ci fa segno di voler fare 4 chiacchere e noi
ovviamente diamo l'ok!
Lui si accorge di un posto dove potremmo bere un the e fa inversione
proprio davanti ad uno dei tanti posti di blocco che la polizia
iraniana dispone su tutta la rete viaria.
E' cosi che ci si presenta DIRK un belga di ZWIJNDRECTH, neanche a
dirlo biondo con gli occhi azzurri e che subito ci dice:"Hei ragazzi
beviamo una birra?". Dirk e' cosi', simpatico, spontaneo, vero,
aperto, ama scherzare ed ha una lucertola di pezza (di quelle da
deserto australiano per capirci) sulla carena anteriore, regalo della
nipotina e importante portafortuna!.
Ci dice che all'inizio del suo viaggio sembrava vera e la gente si spaventava!
Ha una mimica fantastica e gesticola forse piu' di noi italiani e con
le sue espressioni ci fa morire dal ridere!
Il signorino se ne sta andando in Nuova Zelanda!!Avete capito bene, e'
partito dal Belgio e va in moto in Nuova Zelanda con la sua Africa di
14 anni (stessa scelta nostra)!
Si, lui ce l'ha piu' lungo di noi......il viaggio, che cosa avete capito???
Siamo noi questa volta ad essere curiosi e a fargli mille domande.
Lui si e' costruito le borse di alluminio,un sostegno per le ruote di
scorta, cosi' le tiene in verticale lasciando vedere la targa e le
frecce.
Ha studiato meccanica, lavora in una raffineria ed e' da piu' di un
anno che prepara il viaggio. La sua moto ha gia' avuto molti problemi
che pero' e' sempre riuscito a risolvere.
Lui il suo bolide lo chiama "old lady" e quando gli diciamo che anche
le nostre non sono piu' giovanissime subito risponde:"ok, let's go,
the olds ladies sings again!!".
Lui e' felicissimo di averci incontrati e pensava non fosse possibile
ci fossero altri matti come lui nel mondo!
Pero' ora che ci siamo trovati andiamo insieme verso il caspio.....
Per arrivare sulla costa dobbiamo attraversare un passo sul quale
troviamo una nebbia che cosi' fitta raramente l'ho vista anche in val
padana!
La cosa si fa pericolosa perche' gli iraniani attraversano il banco a
luci spente!!
A capeggiare e' il grande Diegone che ci porta fuori di li' con grande
esperienza, indicandoci gli ostacoli!
Mi sembra che abbia un radar o forse il suo cuore gli indica la via!
Io sono ultimo ma stiamo molto vicini per non perderci d'occhio e la
nebbia nasconde il profilo delle moto tranne la luce rossa delle luci
di posizione e intravedo i caschi inclinarsi dolcemente sulle curve,
come in una danza rituale, mi sembra che le moto stiano volando su
quella montagna!!
In prossimita' del caspio attraversiamo una prima localita' di mare e
ci portiamo dietro uno stuolo di piccole moto (in Iran non possono
superare i 250cc) che come zanzare impazzite si divertono a superarci,
frenare per risuperarci, salutarci.
Mi fanno ricordare che anch'io col mitico malanca 50cc giravo per le
strade della bassa con gli amici, alcuni con cilindrate superiori,
altri addirittura con la macchina! E' bello essere in tanti, prendersi
la strada e occuparla con la voglia di partire senza sapere dove
andare, lasciarsi portare da lei, senza nulla chiedere se non guidare
insieme!
Loro ci lasciano qualche km piu' in la' e decidiamo di fermarci a mangiare.
Appena scesi arriva una macchina della polizia che ci suona col clacson.
Ci salutano e Dirk chiede "ci sono problemi?" loro rispondono di no ma
appena ci dirigiamo verso il locale ci chiedono i passaporti.
Nel giro di poco arrivano un'altra macchina e un furgone della polizia
da cui scendono un graduato e due militari.
L'ufficiale e' gentile con noi ma Dirk rifa' la domanda.
Il polizziotto ci tranaquillizza e mentre segna i nostri passaporti su
un foglio di carta scorgiamo i militari che lo fotografano insieme a
noi.Anche gli altri polizziotti si stringono per stare
nell'inquadratura! Tutto
chiaro, siamo le star del momento. Infatti dopo qualche scatto ci
salutano con grande cortesia che quasi abbiamo pensato volessero
l'autografo!
Finalmente mangiamo e siamo ancora molto eccitati per l'incontro con Dirk.
Lui parla benissimo inglese ma e' anche bravissimo a mimare sensazioni
e situazioni e cosi' facendo fa capire tutto anche a me che in inglese
non sono fortissimo.
Io e lui comunichiamo in francese pero'!
Ci racconta dei suoi viaggi in asia anche in bicicletta, di quando
lavorava nei teams delle moto da corsa come meccanico. Ha un sacco di
esperienza di viaggio e di vita ed ha sempre un consiglio per tutto.
Ci dice che ha passato la notte a Tabriz e ha piantato la tenda nel
parco di cui vi abbiamo parlato.
Al momento della cena si sono avvicinati un sacco di cani. Allora lui
ha dato qualche boccone al cane piu' grosso che lo ha difeso dagli
altri!!
Oggi all'ennesimo che gli ha chiesto come si chiamava e da dove veniva
ha risposto in inglese "sono orso polare e vengo dal polo nord." Dice
che ne conosce una variante " vengo dal polo sud e mi chiamo pinguino!".
IL CASPIO
Ci avevano detto che la parte dell'Iran che si affaccia sul Caspio e'
molto verde perche' piove spesso.
Infatti appena giunti in prossimita' dell'acqua scoppia un temporale!
Ci vestiamo velocemente con gli antipioggia e ripartiamo.
Il Caspio ha veramente un fascino incredibile, in particolare con
questo tempo e per me e Diego ancora di piu' perche' il ritorno del
nostro viaggio tocchera' le coste dell'altro versante che ora non
vediamo ma che possiamo immaginare! E' una sensazione bellissima.
Piove ma c'e' una luce bianca stupenda che si riflette sulla strada
trasformandola in un nastro d'argento. Le moto sollevano una nuvola
d'acqua che nasconde le ruote e mostra la solita luce di posizione.
Adesso sembra che
le moto stiano surfando!!
Decidiamo che non e' il caso di campeggiare sul mare come avevamo
programmato e ci dirigiamo verso l'interno...meta Teheran!!
La capitale e' lontana, abbiamo molta strada davanti, ma
l'attrezzatura tecnica tiene alla grande, i serbatoi sono pieni e
nostri cuori anche.
Con noi c'e' un'altra old lady.....ci guardiamo e via, si parte!
NOTTE A QVAZIM
La strada per Theran e' incredibile.
Da una parte un panorama fantastico, tra gole e canyon sembra un film,
dall'altra un traffico mostruoso di camion, macchine che si muovono
disordinatamente.
Piano piano arriva il buio e qui la strada si trasforma in un vero e
proprio video game!
Ci fermiamo a bere un the e a riposare natiche e testa. Dobbiamo
essere belli lucidi qui.
Mangiamo anche un melone che Dirk tira fuori tipo eta beta dalla borsa
serbatoio.
Scherziamo, ridiamo e stiamo bene, non abbiamo fretta, orari da
rispettare o altro.
Non sembra neanche che durante la giornata abbiamo preso nebbia, acqua
e traffico allucinante.
Siamo pero' ancora lontani dalla capitale e decidiamo di fermarci a
dormire a QVazim che e' a 30 km da noi e a 150 da Teheran.
Appena arrivati troviamo un hotel e prendiamo una stanza. E' quasi un
appartamento e costa poco.
Ci laviamo, distendiamo e poi fuori a cena. Ormai e' tardi ed e' tutto
chiuso, tranne un posticino che fa degli spiedini di fegato e cuore
che abbiamo gia' assaggiato a Sar'Eyn e che devono essere una
specialita' di questa regione.
Il locale e' gestito, almeno in quel momento, da ragazzi giovanissimi
che stanno fumando narghille'.
Ci sediamo e subito ci servono offrendoci anche il loro fumare.
Uno dei due ragazzi ha una maglietta con su scritto ITALIA.
Gli diciamo che siamo italiani e lui si illumina.
Ha un telefonino in cui tiene tutto. Foto, musica, video, indirizzi,
la sua vita.
Ci mostra con orgoglio cantanti iraniane che vivono all'estero e ci fa
sentire la loro musica.
Poi ci mostra dei video che dal modo con cui si avvicina pensiamo essere ose'.
E lo sono eccome, solo che alla faccia della nostra malizia,
rappresentano una ragazza iraniana, probabilmente sua amica, che
suona la chitarra e balla in strada con la musica proveniente dalle
autoradio, attorniata dagli amici e SENZA VELO!!
Ci chiede se anche noi abbiamo qualcosa da mostrargli del nostro
paese. E qui ci rendiamo conto di avere sbagliato alla grande!
Noi il cellulare lo viviamo come telofono e non abbiamo pensato che
sarebbe potuto essere un importante mezzo di scambio anche immediato!
Ci chiede allora di portare il video della sua amica in Italia. Prende
il telefono di Diego che sembra maneggiare meglio del suo
proprietario, e carica il video.
Noi siamo colpiti dalla fierezza con cui parla del suo paese e al
contempo della incredivbile forza di rinnovamento che si porta dentro.
Ha un modo di comportarsi molto adulto e senza fronzoli.
Diego accende la pipa e anche la curiosita' dei ragazzi che la
vogliono provare. Dirk prova ad offrire una sigaretta ma i ragazzi
rifiutano, fumano solo la pipa o il narghille'!
Siamo piacevolmente sorpresi da questo incontro casuale ma cosi' intenso.
Andando via paghiamo il conto 56.000 rial (circa 5,60 euro per tre
persone). Ne diamo 60.000 e facciamo il gesto di volere lasciare li'
il gesto.
Il ragazzo allora offeso alza la mano e lapidario dice "NO"!. Poi
torna gentile e ci porge il resto mettendo la sua mano destra sul cuore.
L'Iran continua ad essere una sorpresa incredibile per noi che ci
sentiamo sempre piu' a nostro agio e in sintonia con questo popolo.
People Runners TELESystem
I People Runners TELESystem sono una vera e propria Associazione di secondo livello a cui possono aderire team e associazioni già esistenti: con l’adesione si approvano le finalità di dialogo e ci si impegna a promuoverlo attraverso le attività che già vengono svolte e/o quelle future. In quest’ottica, oltre al team podistico che ne costituisce il nucleo storico, hanno già aderito e fanno parte dei People Runners TELESystem l’Ass. Podistica Solidarietà, una delle prime tre Associazioni podistiche italiane per numero di iscritti), e diversi atleti di altre discipline (nuoto, motociclismo ecc.)
I tre scopi principali
- Sostenere la Giornata della Concordia partecipando ad eventi sportivi e promuovendola presso le Ambasciate Italiane
- Promuovere e sostenere il Premio Testimone del dialogo, documentando le emergenze sociali e individuando persone e organizzazioni da candidare al premio stesso
- Promuovere e sostenere il Museo Madre Teresa - il Museo del dialogo
SMS del 28.05.08
SMS del 27.05.08
IRAN | 2 NOTTI A TABRIZ
Le montagne si svestono del verde e mostrano l'aspetto imponente delle rocce portando alla luce una vasta gamma di colori dall'ocra al rosso!! Quello che non cambia, anzi si amplifica, e' il calore della gente. Qui tutti, ma proprio tutti ci salutano. Dalle macchine in corsa gridano "welcome in iran!!" facendo sporgere una mano dal finestrino col pollice rivolto verso l'alto in un chiaro gesto internazionale "tu sia il benvenuto, qui sei ok!". E' facile immaginare quanto sia rassicurante per uno straniero che entra in un paese che non e' il suo sentire di essere il benvenuto inevce di incontrare "ronde di cittadini in armi!!" come purtroppo, e lo leggiamo anche dalle pagine del nostro blog, succede in Italia. Qui tiriamo anche un po' il fiato perche' il prezzo della benzina e' molto basso. L'aria nel deserto roccioso si fa molto calda e ci disidrata velocemente. In piu' noi siamo cosi' emozionati ed entusiasti di fronte a quel panorama che in qualche modo acceleriamo il processo. Decidiamo cosi' di fermarci a bere in un posto dove cresce miracolosamente un albero che fa un po' d'ombra nel cui cono sono disposti un tavolino e alcune sedie. Ci accoglie un giovane con una pettinatura quasi anni 60 (pensate a bobby solo e al suo ciuffo) che con estrema gentilezza ci accompagna al lavatoio, cosa che ci da' grande sollievo. Il ragazzo ci spiega essere un camionista che spesso porta il suo truck in italia.
Poi ordiniamo da bere il solito chai e l'ayran che qui e' diverso da quello turco perche' fermentato.
Mentre ci deliziamo di tutta la situazione giunge un omone anziano che con cordialita' e spigliatezza ci chiede informazioni. Vuole assolutamente aiutarci e guardiamo la mappa con lui. E' splendida la musicalita' con cui recita i nomi per noi cosi' ostici.
Poi gli facciamo vedere l'adesivo che riproduce il nostro percorso e qui scoppia in una grossa risata divertita. Pero' nota l'adesivo di Pakitalia sulle nostre borse laterali con una scritta in urdu (la lingua ufficiale del pakistan) che dice una cosa come "imperitura amicizia".
Dopo poche ore siamo in tabriz.
TABRIZ
La citta' ci accoglie con lo stesso calore che abbiamo ricevuto dal nostro ingresso in questo paese, quasi troppo, un po' ci stordisce. Giriamo un po' verso il centro. Poi ci fermiamo e siamo subito avvolti dai passanti che vogliono sapere di noi e vogliono aiutarci e fanno a gara per farlo. Addirittura uno di loro ci disegna la strada verso l'hotel che stiamo cercando. Arrivati li' un'altra incredibile sorpresa. Diego e' andato a parlare col gestore dell'hotel e torna trafelato dicendomi:
"non chiedermi perche' ma filma tutto quello che faccio". Io prendo la telecamera e basito vedo che Diego sale sul maeciapiede con la moto per entrare nell'hotel!!!! Poi e' il mio turno. Entro nella hall con il potente mezzo e ci fanno parecheggiare su due tappetini appositamente preparati. Anche le moto non potevano crederci!!
La mattina dopo andiamo in cerca di un interent cafe' segnato sulla guida. Lo troviamo con facilita'. Finalmente! Era da giorni che cercavamo una connessione in rete. Pero' quando finalmente riusciamo a vedere la posta, improvvisamente va via la luce!!! Azz...........
Il gestore dell'internet cafe' ci dice che ci vorranno almeno 20 minuti! Decidiamo di aspettare e nel frattempo chi e' nel posto comincia a chiedere di noi, dove andiamo, cosa facciamo....
Karim cosi' si chiama il gestore, e' un ragazzo sveglio e intelligente che parla molto bene inglese.
Ci fa domande e traduce quelle dei suoi amici. Poi viene fuori che vogliamo andare a visitare Kandovan un sito sotrico importante. Allora ci propone di farci accompagnare dall'amico Shahrooz con la sua auto. Decidiamo di accettare tanto ormai la mattinata e' andata. Andiamo a prendere la macchina e scopriamo che si tratta di una yundhai 3000 di cilindrata, cambio automatico e soprattutto aria condizionata!!
Poi arriva anche Karim con suo figlio Arvin. Ci dirigiamo verso Kandovan e scopriamo che nel tragitto passeremo a prendere la moglie e il figlio di Shahrooz, Elnaz, e Elman, e che ci porteranno a mangiare in uno dei ristoranti piu' rinomati della zona.
Siamo emozionati perche' e' la prima volta che ci relazioniamo con una donna da quando siamo entrati in Turchia. Lei porta il velo (tutte lo fanno qui in Iran) e se non lo facessero verrebbero incarcerate, ma sa l'inglese e si vede che e' molto colta. Tiene in braccio il bellissimo bambino ed e' molto cortese. A tavola grazie a loro assaggiamo sapori meravigliosi che non avremmo potuto provare. Cito solo una zuppa con la zucca e chicchi di melograno e uno yogurt spettacolare con aglio e spezie non meglio identificate. Non poteva mancare il mitico Kebab con verdure varie tra cui il fortissimo peperoncino verde che ci fa subito arrossire (se ne accorgono tutti!).
Dopo pranzo ci portano in un negozio che fa arazzi e lo fanno perche' vogliono mostrarci l'immagine di un personaggio politico la cui effige e' illegale... lo scia pahalvi!!
Poi comincia la gita a Kandovan........che magnificenza. Sono case scavate nella roccia dove ancora adesso vivono delle persone, che risalgono a 2000 anni prima di cristo. Karim ci spiega che le persone sono pagate dal governo per restare li'. Quel momento e' magico per noi, non tanto per il sito in se' che noi comunque riprendiamo per lungo e per largo, ma perche' ci sediamo tutti all'ombra a bere chai e fumare la variante iraniana del narghille'.In questa atmosfera da mille e una notte ci parlano di come loro non sono d'accordo con le restrizioni governative, di come vorrebbero che le donne non fossero costrette a portare il velo, di come vorrebbero essere liberi di bere, ballare e stare insieme anche fuori dalle loro abitazioni, in pubblico, insomma di come vorrebbero essere liberi!
Ci spiegano che il loro presidente si e' votato da solo e che nessuno l'ha scelto e di come si rammaricano a vivere in un paese produttore di petrolio e non potere avere un tenore di vita simile al nostro perche' il governo si tiene tutto.
Diego gli dice che un premio nobel italiano, un certo DARIO FO, sostiene che nessun regime potra' mai combattere l'ironia, la satira. Nessun regime puo' impedirti di pensare. Loro ci tengono a farci vedere che non sono "terrorisiti" ma che sono persone come noi che come noi desiderano un mondo di pace e di liberta'!
Dopo la visita a Kandovan ci portano su una strada di montagna pompano l'autoradio al massimo con in pezzo di Shaggy "sexy lady" che per tutti noi e' liberatorio. Li' su quella strada non c'e' nessun potere a controllare, nessun confine da superare, nessuna regola da infrangere....... e ci lasciamo andare a grida liberatorie a movimenti ritmati.
Grazie ai nostri amici iraniani viviamo con ancora piu' consapevolezza che cosa voglia dire la parola liberta'.
Torniamo a casa della mamma di Shahrooz dove abbiamo lasciato la moglie e il figlio. La mamma e' vedova, una donna gentilissima, dal viso dolce. Ci ospita senza remore e ci offre datteri con le noci, anguria e arance. Poi ci porta della pasta... certo siamo italiani! E' cucinata al ragu'. Ovviamente i sapori non sono i nostri ma la loro ospitalita' non ha limite e noi gustiamo gli spaghetti con piacere. E qui loro ci fanno un altro immenso dono. Tirano fuori una bottiglia di scotch "whithe horse" che per loro e' una cosa molto rischiosa. Brindiamo augurandoci vicendevolmente di essere sempre in salute e vivere esperienze sublimi. Un altro momento di incredibile intensita'. Alla sera ci portano in un parco dove stiamo sdraiati su una coperta in mezzo alla gente a parlare, camminare, mangiare frutta e fumare la pipa. Restiamo li' fino all'una e il parco e' pieno di uomini, donne, bambini. C'e' un laghetto tutto illuminato di verde, rosso.
E' un momento solendido, dedicato al relax, al piacere di stare insieme con gli amici, la famiglia.
Ormai e' tardi e karim con la moglie decidono di ospitarci a casa loro dove ci accomodiamo su meravigliosi tappeti persiani. E' la conclusione di una giornata da sogno, dono irripetibile che
teniamo stretto nel nostro cuore.
Per la notte ci teniamo le nostre domande e riflessioni sul nostro occidente.
ALBERTO E DIEGO
ATTRAVERSANDO LA TURCHIA
Ci svegliamo la mattina presto per affrontare la lunga giornata di viaggio. Facciamo una colazione abbondante e finiti gli ultimi preparativi carichiamo le moto. Salutiamo il nostro amico Abdulrezak che gestisce l'hotel RESITPASA dove abbiamo passato le ultime 3 notti. Per uscire dalla città prendiamo il ponte nuovo sul bosforo ed è una forte emozione. Verso la fine del ponte compare un cartello che recita "WELCOME IN ASIA"!
Eccitati fermiamo suito le moto e scendiamo per fare una foto, ma un poliziotto ce lo impedisce e noi non ne capiamo il motivo. Però la fermata non è stata vana, infatti appena superato il ponte è
obbligatorio pagare un pedaggio. Lo si può fare solo attraverso una carta che noi ovviamente
non possediamo. E' in questa circostanza che conosciamo Orkun, un motociclista di Istambul che con la sua tessera ci fa passare tutti!! Ci fermiamo a ringraziarlo e scambiandoci gli indirizzi scopriamo che anche lui fa riferimento a un sito www.mototurkije.com , al quale appena potremo scriveremo.
Dopo i saluti riprendiamo il viaggio. Per uscire dalla città con Diego abbiamo pianificato di prendere la statale D100.
E qui comincia l'epopea!!
Per capire di cosa si tratta provate a immaginarvi una qualunque delle grosse statali italiane come la via Emilia, però la raddoppiate e ne moltiplicate il traffico per dieci!! Ecco la D100, ma se volete immaginarla nel tratto che costeggia la zona industriale, provate a pensare ad una nuvola di polvere come quelle sollevate da un branco di bufali impazziti e cercate di vedervi mentre l' attraversate con la vostra moto e vi trovate in mezzo ad un reticolo di TIR inferociti che si sorpassano, strombazzano e soprattutto vanno praticamnete ad olio. La periferia di Istanbul è infinita e la D100 è costellata di un numero astronomico di cittadelle che si snocciolano senza soluzione di continuo per oltre 100km!! Infatti solo dopo Duzce la terra torna a respirare piano piano. A Gerede prendiamo la D750 in direzione di Safranbolu cittadina ricca di storia che è stata dichiarata patrimonio dell'unesco nel 1994. Safran signica zafferano,la preziosissima spezia commercializzata in tutto l'impero. Si perchè Safran è testimonianza degli antichi splendori con le sue case in puro stile ottomano.
Di qui proseguiamo in direzione Kastamonu e ci fermiamo a Yoruk Koyu uno splendido paesino semiabbandonato dove conosciamo un'intera famiglia che ci mostra la loro abitazione, rigorosamente ottomana e costruita 300-350 anni fa. La madre gestisce gli affari e con spigliatezza anche i rapporti con noi e i nostri stomaci. Ci rimpinza con dei dolcetti fatti da lei e del gustosissimo Ayran, la gustosissima e rinfrescante bibita turca a base di yogurt,acqua e sale.
Lasciamo il bellissimo paese immerso nella luce del tramonto e riprendiamo la strada per Kastamonu, capoluogo di provincia, che si rivelerà essere un sito interessante con un castello bellissimo che ci accoglie ormai tutto illuminato! La splendida piazza del paese è contornata di antichi palazzi e al centro vede un monumento ai caduti per la guerra di indipendenza capeggiata dal padre della patria Ataturk.
La mattina dopo siamo già in viaggio verso Erzincan, una tappa da 610 km. Per raggiungere la città che si sviluppa lungo una via, facciamo un passo a 21805m. Ma noi la ricorderemo sempre per il calore con cui ci ha accolto e salutato alla partenza! Di qui muoviamo per Dogubayasitz che si trova a soli 35km dal confine iraniano e saranno altri 500km. Questa volta ci troveremo sul sommo del passo l'altimetro del GPS segna 2220m e una volta dall'altra parte incontreremo il mitico monte Ararat!
L'ALTOPIANO ANATOLICO PERCORRENDO LA D100 (E80)
L'altopiano è un posto meraviglioso. E' una distesa sconfinata che cambia in continuazione. A noi si presenta da un passo a 1600m ricoperto di boschi che ricordano molto le nostre alpi, alle valli ricche di corsi d'acqua coltivate a riso come nel sud-est asiatico, ai tratti brulli e rocciosi che ti portano nel texas, fino alle colline verdi e il loro obbligartorio richiamo a quelle senesi o del centro
italia. Poi ci sono le fonti d'acqua fresca a cui ci abbeveriamo, i molti animali domestici e da pascolo ma anche selvatici. Una infinità di uccelli, molti rapaci e molti trampolieri. Ci fermiamo a riprendere una coppia di cicogne che ha tranquillamente nidificato su un palo della luce.
E cosa dire delle persone, tutte gentilissime, che amano fare 4 chiacchere. Sono tutti interessati e incuriositi dal nostro abbigliamento ma soprattutto dal nostro viaggio. Quando mostriamo loro l'adesivo che riproduce la cartina col nostro percorso si mettono le mani in testa e ridono facendo un chiaro gesto con la mano che significa "ne avete di strada da fare figli miei!!" Quando passiamo per strada le persone a piedi ci salutano con la mano, i camionisti, sempre numerossisssimi, lo fanno col clacson, mentre gli automobilisti con gli abbaglianti. Quando ci fermiamo per cercare una sistemazione, non facciamo a tempo a spegnere il motore che c''è già qualcuno che ci chiede da dove veniamo e ci accompagna a piedi, mentre lo seguiamo in moto, all'hotel che reputa migliore per noi. E' il caso di questo cittadino di Erzincan che non parla una parola di inglese ma in compen so i suoi 25 anni di lavoro in Germania gli hanno lasciato un tedesco fluente. Per fortuna Diego lo mastica quel tanto che ci permette di giungere a destinazione sani e salvi! Non abbiamo
ancora scaricato i bagagli da portare in stanza che si presenta Kenon.
Lui parla inglese abbastanza bene, il fratello vive e lavora in Olanda, ci porta in un posticino dove ceniamo, ci tratta come amici e ci dice che in questi giorni sono passati 2 motociclisti australiani che pare siano diretti in Iran. Chissà, forse più avanti ci incontreremo!Ma per noi c' è sempre LEI, LA STRADA!!
Con i nostri caschi e scafandri ci sentiamo gli esploratori di tutti questi microcosmi che l'altopiano ci presenta di continuo! Immersi nel nostro silenzio espandiamo i nostri sensi e non pensiamo
che stiamo affrontando un viaggio da 25.000km, ma ci concentriamo sul fatto che ogni strada ha il suo ritmo. il suo palpito, ogni chilometro i suoi profumi, i suoi mille colori. Siamo spinti dalla curiosità di sapere cosa ci aspetta dietro ogni curva, affamati di luce e linee e l'altopiano così generoso ci dona il puro piacere della guida, un'accoppiata perfetta!
Grazie a un fornelletto ed a una tenda siamo autosufficienti e con il nostro abbigliamento tecnico possiamo integrarci in qualsiasi tipo di clima. L'unico vincolo che ostacola la nostra totale libertà è la dipendenza dalla benzina! Ma lo sappiamo che noi motociclisti presto saremo in grado di creare una splendida due ruote alimentata a raggi cosmici e allora niente ci potrà più fermare! Valicato l'ultimo passo ci troviamo faccia a faccia col monte Ararat e l'emozione è incontenibile. L'ora è quella giusta, la luce pure, fermiamo le moto, ora si, scattiamo mille foto che forse non riusciranno mai a restituire questo fremito!
A Dogubayasitz passeremo l'ultima notte in Turchia che ci lascerà ricordi unici e molti nuovi amici.
Solo due note negative :
- La benzina qui costa carissima, 1,8 euro/litro, un salasso che pesa sul nostro budget.
- Inevitabilmente le distese sconfinate dell'altopiano sono battute da forti venti che a volte ti spingono ma soprattutto ti ostacolano. Il vento poi tende a fare la voce grossa nel casco, che da una parte ti tiene compagnia, ma soprattutto ti rincoglionisce. Per non parlare degli insetti che ogni tanto ti ritrovi in bocca...ma quelle sono tutte proteine!
ALBERTO E DIEGO
SMS del 24.05.08
SMS del 22.05.08
PARENTESI ITALIANA
Da ottimi viaggiatori siamo in grado di viaggiare nel tempo e sappiamo che sapete farlo anche voi......
Saluti a tutta Fano e un bacione a Fulvio!!!
NOTIZIA UFFICIALE
Domani si riparte.
Abbiamo davanti 1400 km di turchia prima di giungere in IRAN!!
Istanbul ci lascera' dei ricordi fantastici, anche se siamo
consapevoli di avere solo saggiato un alito del repiro profondo della
citta'!
Le persone incontrate sono eccezionali come Ali' il gestore di questo
internetcafé che ormai ci attende col çhai gia' pronto, o mohamed
l'aiuto meccanico proveniente dall'iraq, giovane e con la guerra negli
occhi.
Cafur (non credo si scriva cosi'), libico. Una fetta di mondo arabo
che non solo ha dimostrato ospitalita' ma ci ha dato una lezione di
"dialogo" che da noi oggi forse é piu' in disuso.
Il viaggio comincia a dare i suoi frutti.
Questo ci spinge a proseguire sempre piu' carichi e spinti dalla
nostra innata passione.
alberto e diego